Lodi, schiarita sulla Polenghi

I 38 esuberi sono stati scongiurati. Per 25 lavoratori della Polenghi potrebbe aprirsi invece un anno di cassa integrazione a zero ore. Questo, in sintesi, l’accordo raggiunto ieri dalle confederazioni sindacali nazionali con la proprietà della Polenghi, presso la sede dell’Unione industriali di Bologna. Un incontro estenuante durato tutto il giorno e che si è chiuso solo in tarda serata. «I 38 esuberi previsti per il sito di Lodi - spiega Paolo Zanetti segretario Flai Cgil - sono scongiurati. Gli unici due criteri per la collocazione in mobilità sono il raggiungimento dei requisiti per la pensione e il licenziamento su base volontaria. L’azienda però ha denunciato questi 38 esuberi strutturali e quindi, laddove la commessa è venuta a mancare, faremo fronte con la cassa integrazione per un anno, a zero ore, per 25 addetti, ma in modo scaglionato. Nel caso in cui lo stipendio sia inferiore ai 2mila euro, come nella maggior parte dei casi, il reddito netto si aggirerà intorno agli 850. Venerdì, dalle 13 alle 15, avremo l’assemblea con i lavoratori e quindi affronteremo nel dettaglio quanto è stato concordato. La cosa principale, rispetto a quanto si era prospettato è che il licenziamento di 38 persone è stato evitato».

La giornata era partita con l’incontro mattutino tra i delegati territoriali e i coordinatori nazionali. «Tutti quanti - spiega il segretario Uil Domenico Ossino - abbiamo condiviso le linea di non accettare il piano proposto dall’azienda. Per questo abbiamo delegato poi i rappresentanti nazionali a trattare. E il tavolo è andato avanti con il coordinamento nazionale del gruppo Newlat, i segretari nazionali, regionali, territoriali e le Rsu. Eravamo fortemente preoccupati per gli esuberi annunciati dall’azienda, 234 su 884 complessivamente, 38 su 89 nel sito di Lodi. L’azienda poi prevedeva nel suo documento che fosse lei a decidere le modalità di erogazione degli ammortizzatori sociali, senza nessun tipo di contrattazione con le parti sociali. Le preoccupazioni non erano solo per i 38 lavoratori, ma anche per gli altri 51. Il lavoro è presente solo per 2 o 3 giorni alla settimana e chi ha i requisiti per la pensione, a Lodi, non sono più di 7 o 8. Abbiamo ottenuto un risultato, dopo 10 ore di trattativa, anche se non è mai un successo quando si decide sulla pelle dei lavoratori. Si andrà al ministero per sottoscrivere la cassa integrazione per 25 persone. Gli incentivi che l’azienda mette in campo sono bassi. La normativa prevede l’equivalente dello stipendio di 6 mesi. Diciamo che si è fatto un passo avanti con la riduzione dei numeri, ma sul sito di Lodi, la mia preoccupazione resta alta. Se Newlat continua la produzione il lavoro c’è, ma se non arrivano volumi nuovi il lavoro non è sicuramente per tutti».

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