«Lodi sarà capitale dell’informatica»

Mille curriculum in pochi mesi alla PA Digitale di Pieve

Il Lodigiano ha le carte in regola per diventare la “capitale” dell’informatica. Ne è convinto Fabrizio Toninelli, presidente della PA Digitale, giovane azienda nata da una costola della Zucchetti e che offre servizi informatici per le pubbliche amministrazioni. Un’azienda che ha il cuore e il cervello in provincia di Lodi, a Pieve Fissiraga, a pochi passi dal casello dell’autostrada: il quartier generale della PA è stato inaugurato poche settimane fa, ma tecnici e informatici sono al lavoro da giugno. E da quando ha iniziato a circolare la “voce” che la PA avrebbe aperto nel Lodigiano, Toninelli e i suoi collaboratori hanno ricevuto un migliaio di curriculum. Segno che il territorio ha “fame” di lavoro, ma anche che il progetto di informatizzare la pubblica amministrazione, dai comuni ai ministeri, è sempre più avvertito dalla popolazione come un passo fondamentale e non più procrastinabile. «Pensate che comodità - osserva Toninelli - se i cittadini potessero procurarsi con qualche semplice clic sulla tastiera del proprio computer i documenti di cui hanno bisogno, senza dover fare lunghe file agli sportelli».

Toninelli partiamo dall’emergenza del territorio: il lavoro. Davvero avete ricevuto mille curriculum in pochi mesi?

«È tutto vero. Nell’arco di 5-6 mesi le richieste di lavoro sono aumentate in maniera significativa. I mille curriculum sono arrivati solo dal Lodigiano e dalle province limitrofe. E le assicuro che tra i curriculum c’è di tutto, dagli informatici a chi si propone per fare le pulizie».

Mille curriculum in una manciata di mesi sono un segnale importante, che in qualche modo responsabilizza un’azienda molto giovane. Quando siete nati esattamente?

«L’azienda nasce nel giugno 2009 come spin off della Zucchetti. Ma questa ormai è storia. All’inizio eravamo in 87, tutto personale Zucchetti specializzato nella pubblica amministrazione, oggi siamo 114. Abbiamo iniziato con tre sedi: Gorgonzola, Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo e Napoli. Poi abbiamo aperto un piccolo ufficio a Lodi, l’ufficio di Roma e il 9 ottobre 2011 ci siamo spostati da Terranuova ad Arezzo».

Oggi la sfida è proiettata sul Lodigiano...

«La sede legale è a Pieve Fissiraga, nella struttura che abbiamo inaugurato poche settimane fa e nella quale stanno avvenendo nuove assunzioni. A Pieve oggi siamo 65, nei prossimi giorni passeremo a 67: lavorano 27 lodigiani, mentre gli altri dipendenti si sono trasferiti da Gorgonzola. La volontà è quella di crescere: non a caso nei 1300 metri quadrati di Pieve possiamo arrivare ad avere fino a 120 dipendenti».

A quale modello di crescita vi ispirate?

«La strada è chiara: dobbiamo acquisire nuovi clienti. Non a caso un anno fa abbiamo lanciato una sfida alla Provincia di Lodi: lavorare insieme per fare del Lodigiano un modello per tutto il resto d’Italia. Pensiamo a un territorio dove tutti i comuni siano all’avanguardia sotto l’aspetto informatico».

In cosa consiste questa sfida?

«Intanto diciamo come si chiama: Lodigiano Digitale. Siamo disponibili ad assistere i comuni del territorio a prezzi particolari, utilizzando le economie di scala, visto che siamo a Pieve e non a centinaia di chilometri di distanza. Vogliamo estendere a tutti i comuni del territorio il nostro progetto, offrendo servizi innovativi come i pagamenti on-line. E per farlo puntiamo a erogare servizi tramite la rete Internet, la “nuvola” (il cloud, ndr), senza che i singoli comuni debbano dotarsi ognuno del proprio server. In questo modo i comuni potrebbero risparmiare il 50 per cento delle proprie spese informatiche».

Il progetto Lodigiano Digitale potrebbe creare nuovi posti di lavoro?

«Senza dubbio. Per il territorio e i suoi amministratori si tratta di un’occasione unica, perché se i nuovi contratti arrivano dal Lodigiano, i posti di lavoro inevitabilmente si creano sullo stesso territorio».

Come è stata accolta la vostra proposta?

«La Provincia ha reagito molto bene. E anche diversi sindaci si sono dimostrati interessati. Ma la rivoluzione si sta rivelando piuttosto lenta».

Eppure Internet e i servizi in rete sono il futuro. Lo ha ribadito pochi giorni fa il governo Monti con l’Agenda digitale.

«Confermo. E aggiungo che entro giugno 2013 la legge obbliga i comuni sotto i 5mila abitanti a consorziare i servizi. Un’altra occasione unica per favorire l’informatizzazione».

Quali comuni finora vi hanno seguito?

«Casale, Maleo, Ospedaletto, Orio Litta. A breve potremmo partire anche con Lodi e a quel punto si apriranno prospettive interessanti».

Quanti clienti avete a livello nazionale?

«Abbiamo raggiunto quota 750. Tre anni fa siamo partiti con circa 500. Siamo presenti in tutta Italia, ma abbiamo una maggior penetrazione in alcune regioni: Lombardia, Toscana e Campania. E tra i clienti c’è anche il Quirinale».

Che prospettive di crescita ci sono nel 2012?

«Il fatturato stimato per l’anno corrente è di 6 milioni di euro. In questi anni abbiamo speso oltre 4 milioni di euro in ricerca e sviluppo e quest’anno ne spenderemo ancora un milione e mezzo. Ci siamo preparati per il futuro, nella convinzione che per la pubblica amministrazione è imminente un cambiamento epocale».

Da tempo i politici e i rappresentanti delle categorie dibattono sulla futura vocazione economica del Lodigiano. Ma i risultati sembrano scoraggianti. Che idea si è fatto un imprenditore che in tempo di crisi ha deciso di scommettere sul nostro territorio?

«Per merito della Zucchetti, in cui ho lavorato per 37 anni, praticamente dalla sua fondazione, oggi il Lodigiano è un polo tecnologico di eccellenza a livello nazionale per i servizi destinati al settore privato. L’ambizione è far diventare il nostro territorio anche un polo di eccellenza per i servizi destinati alla pubblica amministrazione. L’informatica può essere la futura vocazione del Lodigiano».

Lorenzo Rinaldi

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