Lodi, ridimensionato il sogno università

Si ridimensiona il sogno dell’Università di Lodi. Il nuovo rettore della Statale di Milano, il professor Gianluca Vago, ha infatti inviato a palazzo Broletto una lettera nella quale indica la volontà dell’ateneo di rivedere l’accordo di programma che prevede il completamento del polo universitario di Lodi. La notizia si presta a una duplice lettura. Da un lato il rettore conferma (e questo è positivo) la volontà dell’Università Statale di Milano di trasferire a Lodi la parte mancante della facoltà di veterinaria e le strutture di ricerca a vocazione biotecnologica della facoltà di agraria. Dall’altro lato però il rettore della Statale chiarisce che il progetto originario dovrà essere ridimensionato, sia per quanto riguarda gli spazi, sia per l’aspetto economico. Le ragioni sarebbero da individuare nel nuovo contesto sociale ed economico, con il calo delle immatricolazioni a livello nazionale e il vincolo delle risorse sempre più rigido.

Si partiva da 80 milioni

L’investimento originario previsto dal terzo accordo di programma sottoscritto da Comune di Lodi, Provincia, Regione e Università prevedeva un investimento di 76 milioni 400mila euro, sostenuto per 45 milioni 840mila euro dalla Statale, per 11 milioni 460mila euro dalla Regione e per 9 milioni 550mila euro ciascuno da Provincia e Comune. L’Università inoltre si sarebbe dovuta fare carico di un’ulteriore spesa di 7 milioni 400mila euro per l’ospedale dei piccoli animali. In totale, dunque, al di là della tangenziale di Lodi nei prossimi anni si sarebbero dovute dispiegare risorse per oltre 80 milioni di euro. E di fatto questo sarebbe stato l’investimento più importante messo in campo in questo frangente nel Lodigiano.

Il cambio di strategia

Probabilmente, però, le cifre dovranno essere riviste. E non di poco. Secondo indiscrezioni, infatti, l’Università punterebbe a ridurre i costi di un 20-30 per cento, passando dunque a in investimento complessivo stimabile fra 50 e 60 milioni di euro. A cascata, tutti i soggetti chiamati a contribuire, vedrebbero ridursi l’impegno economico richiesto. L’abbattimento dei costi è però ottenibile solo con un ridimensionamento del progetto e dunque delle strutture universitarie.

L’università farà da sola?

C’è poi un altro aspetto da valutare. L’Università Statale sarebbe infatti orientata a chiedere, nella modifica dell’accordo di programma, la possibilità di superare la Società di trasformazione urbana ideata per portare a compimento il progetto. L’idea iniziale era quella di una Stu costituita da Università, Comune e Provincia. Loditre (questo il nome della Stu) avrebbe poi dovuto trovare un socio privato a cui affidare progettazione e realizzazione dei lavori. E su questa strada ci si è mossi, non senza ritardi, negli scorsi mesi. Nella seconda metà del 2013 è stata infatti selezionata, tramite gara pubblica, una cordata di imprese guidata dalla C.M.S.A. di Montecatini Terme. Oggi tuttavia l’Università sarebbe intenzionata ad agire in “prima persona”, di fatto eliminando - o aggirando - la Società di trasformazione urbana. Resta da capire se i lavori saranno comunque eseguiti dalla cordata di imprese guidata dalla C.M.S.A.

Nuovo accordo da definire

«L’aggiornamento dell’accordo di programma - ha spiegato ieri il Comune di Lodi attraverso una nota dell’ufficio stampa - è in definizione e verrà presentato ufficialmente con una conferenza stampa congiunta che si terrà l’1 aprile e che verrà convocata nei prossimi giorni. Per ovvie questioni di correttezza nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, l’amministrazione comunale si attiene a quanto concordato con i partner dell’iniziativa e rimanda ogni valutazione all’occasione ufficiale in cui è stato deciso di comunicare i nuovi contenuti dell’intesa».

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