Lodi, una raccolta fondiper salvare il poligono

Ogni giorno la pulizia manuale, ogni 15 l’aspirazione elettronica dei residui di polvere e ogni settimana il lavaggio.

Per Luigi Feloni, presidente della società che gestisce il poligono di tiro coinvolto dalle fiamme venerdì scorso, non si può dire che l’impianto di viale Milano non fosse sottoposto a regolare manutenzione.

«Per carità - dice Feloni -, magari poteva esserci qualche residuo di polvere, siamo all’interno del Parco Adda Sud, circondati dai pioppi e dai piumini che ricoprono il suolo, ma è diverso dal dire che non si faceva manutenzione. Abbiamo gli estintori proprio per questi casi, purtroppo non sono stati sufficienti. Nella ristrutturazione metteremo anche degli impianti fissi ad acqua sulla zona di tiro per intervenire subito in caso d’incendio. Adesso stiamo cercando di appoggiarci ad altri poligoni esterni, come Codogno e Crema, per fornire comunque un servizio ai soci, ma anche a quanti usano il poligono per le esercitazioni di addestramento, come la polizia provinciale, le guardie giurate, i vigili urbani, le polizie locali dei comuni lodigiani e la questura. Dobbiamo ricostruire la struttura il prima possibile».

I cittadini delle abitazioni vicine non hanno nulla da temere, secondo il presidente. «L’impianto è stato costruito 150 anni fa con criteri avanzati - aggiunge Feloni -. Nella nuova struttura punteremo ad aumentare ulteriormente i sistemi di sicurezza, visto che quelli messi in atto ad oggi hanno avuto una falla».

Il poligono di viale Milano, spiega il segretario Angelo Bocchioli «fu inaugurato da Garibaldi dopo il 1860 - spiega -, ma le case intorno non c’erano. Furono costruite successivamente. A chi si chiede come mai i rivestimenti fossero in legno, voglio spiegare che il legno è obbligatorio per legge, per impedire che i bossoli rimbalzino contro chi spara. Abbiamo semplicemente rispettato la normativa. Abbiamo circa 600 amatori del tiro e oltre 600 iscritti delle forze dell’ordine. Abbiamo incaricato una società di analizzare i danni prodotti: sono andati a fuoco i cannocchiali, le linee di tiro, i tavoli di appoggio per le carabine e poi tutto il tetto e gli infissi. Adesso bisognerà vedere se le mura rimaste in piedi reggono o sono da abbattere. La lapide, invece, che ricorda l’eccidio dei partigiani avvenuto dietro quelle mura è rimasta intatta».

Bocchioli ha lanciato l’idea di una sottoscrizione, per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione. ne serviranno molti.

Venerdì scorso, all’interno del poligono, al momento dell’incendio, erano presenti 6 agenti della polizia provinciale che si stavano esercitando con la pistola, con due istruttori. Quattro erano alle postazioni di tiro, una affiancata all’altra, gli altri erano alle loro spalle, in attesa. Uno di loro ha detto d aver visto il bossolo di un proiettile cadere aldilà della struttura di legno da dove si spara. Un incendio simile non era mai successo prima d’ora e l’evento ha lasciato tutti sgomenti. Gli estintori collocati suil posto non sono bastati a spegnere le fiamme, così sono intervenuti i vigili del fuoco. Erano circa le 15.30 e sul posto sono arrivate 3 squadre di pompieri da Lodi, 2 da Sant’Angelo e una da Casale. Nessuno è rimasto intossicato, nonostante una grande nuvola di fumo si alzasse dall’area. Per rendere più agevoli le operazioni dei vigili del fuoco, la polizia locale ha dovuto chiudere il traffico in viale Milano, mentre le abitazioni adiacenti sono state evacuate. L’impianto era stato ristrutturato un anno fa, con un investimento di 140mila euro. I lavori effettuati pare non siano stati danneggiati, ma ora serviranno numerose risorse per rimettere in sesto l’area.

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