LODI Pronto soccorso, televisori in sala d’attesa per ridurre le aggressioni

Pia Zirpolo dona 5 Tv al servizio: avviato un progetto di umanizzazione, le sale d’attesa diventano 3, per ogni codice colore (i codici rossi non aspettano), i parenti tornano all’interno di fianco ai pazienti

Televisori contro le aggressioni in pronto soccorso ai danni del personale. Ieri mattina, l’ex infermiera di Lodi Pia Zirpolo ha donato al reparto guidato dal primario Stefano Paglia 3 televisori, mentre un quarto sarà collocato in quello pediatrico che sarà inaugurato nei prossimi mesi e un quinto è in arrivo sempre per l’area dei bambini.

La donazione rientra in un progetto di umanizzazione del pronto soccorso che ha già visto rivoluzionare il servizio grazie a un investimento da parte dell’Asst di oltre 3milioni di euro. Tra le iniziative più significative il ritorno in sala d’attesa, dopo 3 anni di stop a causa del Covid, dei famigliari. La sala d’attesa unica, inoltre, non esiste più. Ogni codice ha la sua sala d’attesa riservata, con tanto di Tv e presto anche di distributore delle bevande e dell’acqua.

Ieri mattina, il primario del pronto soccorso Stefano Paglia ha illustrato i nuovi lavori effettuati in pronto soccorso, alla presenza del sindaco di Lodi Andrea Furegato, l’ex consigliere regionale Pietro Foroni, il direttore generale dell’Asst Salvatore Gioia, il direttore sanitario Paolo Bernocchi, il direttore socio sanitario Enrico Tallarita, la primaria di pediatria Roberta Giacchero, le infermiere Romana Nicardi e Valeria Militello, la Rad (Responsabile di area dipartimentale) Anastasia Giuliani e il direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi don Franco Badaracco che ha benedetto l’iniziativa.

«La televisione - ha sottolineato il primario - non è un bene inutile, ma rientra in un percorso di umanizzazione del pronto soccorso, che va anche nella logica della riduzione degli eventi violenti. Il paziente ha la possibilità di distrarsi e si riduce l’ansia legata alla preoccupazione per la propria situazione. Il pronto soccorso è un ambiente nel quale ci sono delle attese, chi attende tra l’altro vuol dire che, per fortuna, non ha un codice di priorità. Ringrazio Pia Zirpolo perché è andata incontro a un’esigenza: denota un’attenzione verso l’ospedale come bene di tutti che se fosse più diffusa sarebbe una bella cosa. Stiamo lavorando intorno ad altre donazioni, partiamo da questa di Pia che ringrazio di cuore a nome di tutti. La sensazione è che abbia un esito efficace».

«Io ho fatto numerosi “viaggi” in pronto soccorso - ha detto Zirpolo -, quando ho parlato con Paglia di questa donazione sono rimasta colpita dalla parola umanizzazione. Ringrazio tutti voi, ho lavorato più di 30 anni in questo ospedale, lo considero casa mia. Voglio lasciare un segno perché ho amato questo posto (su ogni Tv è stata posta una targhetta di ringraziamento a Pia Zirpolo, ndr)». Il dottor Gioia si è detto soddisfatto per il lavoro svolto: «Anche in virtù della direttiva regionale - ha detto - non esiste più la sala d’attesa unica; le sale d’attesa sono 4. Ogni sala d’attesa ha il monitor con il numero dei malati in coda e la televisione sintonizzata sui vari canali».

«Ci sono pezzi di questo territorio che mostrano grande sensibilità verso l’ospedale, sarebbe bello che questa sensibilità si espandesse - ha detto Paglia -. Questo territorio ha una capacità enorme. A metà luglio presenteremo un nuovo progetto: chiederemo al territorio di intervenire, in aggiunta alle risorse di Regione che contribuiranno a far sentire ulteriormente le persone vicine a noi: potranno muoversi nel servizio senza perdersi, grazie alla nuova segnaletica, e interagire con lo spazio; grazie a un Qr code potranno conoscere tutto del triagista, sapere chi siamo noi e cosa facciamo».

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