
Non ci sono giri di parole: se sei cieco, ti ritrovi a sbattere contro il muro della stazione. Proprio così, perché il percorso destinato ai non vedenti a tratti s’interrompe ma poi, quando riprende, porta dritto contro la facciata dell’edificio. «È incredibile ma è proprio così», commenta Enrico Agosti, presidente dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, il quale punta il dito verso le mattonelle incriminate che da via Polenghi Lombardo dovrebbero condurre chi non vede all’interno dello scalo ferroviario.
«In realtà il problema non è solo questo - aggiunge -, perché il percorso per i ciechi non ha continuità, così chi arriva da via Polenghi Lombardo si ritrova al parcheggio e se non conosce la strada è spinto semmai a proseguire verso l’aiuola, con tutti i rischi del caso, visto il traffico che c’è sempre in questa zona. Inoltre non si capisce come mai un altro pezzo di sentiero porti al nulla, s’interrompe nel posteggio a pagamento e a pochi passi dal terminal bus, senza nessun riferimento chiaro».
«È vero che i ciechi sono addestrati e spesso sono anche accompagnati da un cane - osserva Agosti - però non è detto che sappiano il tragitto a memoria e in ogni caso non è una giustificazione per lasciare che le cose restino così. Da viale Dante verso la stazione, invece, non c’è più nulla. E chi deve prendere il taxi... come fa? Dove va? Con quale criterio è stato fatto l’intero progetto?».
All’ingresso dello scalo ferroviario la piantina posizionata per i non vedenti ieri mattina era utilizzata come una specie di parcheggio per biciclette. Nell’atrio ce n’è un’altra, «ma non sono segnalate, quindi se una persona non ci vede come le trova?», chiede Agosti.
Le note dolenti si allargano al resto della città del Barbarossa. «Non tutti gli impianti semaforici hanno l’avviso acustico - rileva il presidente Anmic -, inoltre non esiste un percorso serio destinato ai non vedenti, è tutto raffazzonato. A volte inizia, poi s’interrompe. È anche per questo motivo che torniamo spesso alla carica per chiedere una mappa della città dettagliata delle barriere architettoniche». Una proposta, quest’ultima, sollevata più volte da Anmic, Anmil e Unione ciechi. Alla stregua del regolamento della sosta per i disabili, congelato ormai da un anno e in attesa di essere discusso in consiglio comunale. «A questo tipo di problemi - conclude Agosti - si somma la maleducazione della gente, che a volte parcheggia dove non deve, mettendo nei guai disabili e ciechi».
Sanpietrini che balzano via, radici di alberi che sporgono e asfalto trasformato in voragini per la maggior parte delle persone rappresentano ostacoli facilmente superabili.
Per un non vedente non è così, la città rischia di trasformarsi in un pericoloso incubo. Insormontabile.
In stazione i non vedenti rischiano di andare a sbattere contro un muro
© RIPRODUZIONE RISERVATA