Lodi, partorisce e viene derubata

Una neomamma si sposta 5 minuti per portare il neonato al nido, i ladri le scassinano l’armadietto e le sottraggono la fotocamera con le immagini del bimbo

Va a partorire e le rubano la macchina fotografica con le immagini del bimbo. L’ennesimo furto in ospedale si è verificato nei giorni scorsi, nel reparto di ostetricia. E ha coinvolto una neomamma lodigiana. A denunciare l’episodio, dopo l’allarme già lanciato dalle pagine di questo giornale dal personale sanitario, la scorsa settimana, è il nonno del piccolo. «Mia figlia si trovava in reparto da poche ore, era ricoverata in seguito al parto - racconta l’uomo, residente a Cavenago -. Un giorno si è recata cinque minuti ad accompagnare il bimbo al nido per la visita dei parenti. Quando è tornata si è trovata con l’armadietto della camera scassinato e la macchina fotografica rubata. Dentro c’erano diverse foto, comprese quelle scattate durante la gravidanza e i primi momenti di vita del bimbo. Guarda caso, quel giorno mia figlia era in camera da sola perché la sua vicina di letto era stata dimessa. Ha percorso 30, 40 metri e in cinque minuti si è trovata derubata. Sono andato dai carabinieri a fare la denuncia e poi all’Urp. Quando sono tornato all’Ufficio relazioni con il pubblico per sapere se c’erano delle novità, mi hanno detto che avevano perso i documenti che avevo consegnato. Allora ho fatto una nuova denuncia. Quello che chiedo all’Azienda ospedaliera è di potenziare i controlli. C’è un viavai continuo di persone che non c’entrano nulla con il personale sanitario, sia di giorno che di notte. E poi non c’è un minimo di rispetto. Ho visto anche i parenti delle donne andare nei bagni delle mamme ricoverate. Una dottoressa mi ha confidato che loro, di notte, hanno paura ad attraversare i corridoi. Un reparto come quello dell’ostetricia è particolarmente delicato. Se bastano 5 minuti per farsi scassinare un armadio e rubare una macchina fotografica, potrebbero anche rubare i bambini e portarli via mentre la mamma va in bagno. Le donne hanno bisogno di essere tranquille. A volte si ha quasi l’impressione che a compiere i furti sia qualcuno che sa bene dove mettere le mani. Lo stesso giorno hanno rubato anche due borse a un’altra paziente». Il problema dei furti in corsia continua da tempo.

Qualcuno tra gli operatori aveva proposto di mettere i campanelli all’ingresso dei reparti. La direzione però, che vuole portare avanti la filosofia dell’ospedale aperto alla gente, non ne vuole sapere. Anzi, poco meno di un anno fa, a marzo 2013, ha avviato un progetto denominato “porte aperte” nelle chirurgie specialistiche, urologia, otorino e chirurgia vascolare, dalle 10 alle 22, con l’esclusione di due ore, dalle 14 alle 16, da allargare alle altre unità operative.

«Per quanto riguarda la sicurezza - spiega il responsabile dell’ufficio tecnico, l’architetto Maurizio Bracchi - c’è un piano sulla video sorveglianza approvato dall’ispettorato del lavoro che riguarda tutti e 4 i presidi. Le telecamere sono posizionate anche all’ingresso di alcuni reparti».

Alla neomamma è stata rubata la macchina fotografica con le immagini dei primi momenti del suo bambino

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