Lodi, ora l’elisoccorso funziona

La piazzola per l’elisoccorso adesso è abilitata a funzionare anche di notte ma da oggi comunque i pazienti con gravi traumi non potranno essere curati in città. Ieri lavori e notifiche richiesti sono stati completati eppure l’ospedale continua a non essere conforme alle indicazioni della regione per far parte dei centri traumatologici. A differenza di quello di Crema, quindi, il presidio di Lodi non sarà un punto di riferimento per le urgenze. Il Maggiore non ha una sala angiografica multifunzionale aperta anche di notte con un radiologo interventista che si occupi delle embolizzazioni vascolari in caso di trauma; la risonanza magnetica è da un tesla e non da un tesla e mezzo come richiesto e non c’è nemmeno un’equipe con due infermieri in sala operatoria la notte e una guardia notturna ortopedica.

Fino ad oggi, le persone con politraumi post incidente, lesioni agli organi interni che ne minacciavano la vita, venivano ricoverate anche al Maggiore. Da oggi, invece, il 118 sarà obbligato a portarle a Crema o in un altro ospedale della regione. L’Azienda ospedaliera sperava di essere inclusa nella rete. In questi anni, infatti, l’equipe della rianimazione ha lavorato molto su questo tema, sulla relazione tra gli ospedali lombardi, Lodi, Codogno, Niguarda e San Raffaele, con l’obiettivo di costruire una rete di ospedali. Il direttore generale Giuseppe Rossi non si aspettava un’esclusione e proprio ieri ha annunciato un cambiamento nel piano organizzativo funzionale, per raggiungere i criteri stabiliti dal Pirellone e cambiare la delibera. «Mi piacerebbe sapere dai lodigiani - commenta il consigliere regionale di Sel Giulio Cavalli - se pensano che l’eccellenza sanitaria sia nelle infrastrutture piuttosto che nei servizi. Alla base c’è un problema politico. Si è voluto aziendalizzare la sanità, ma senza poi saperla gestire. È come la Fiat che si lamenta di non essere capace di vendere le auto, ma non si è mai interrogata se fa buone macchine o no». Il presidente del consiglio comunale Gianpaolo Colizzi è perplesso. «La sanità lodigiana è buona - commenta -. Sono sorpreso però da questo declassamento. Solo due mesi fa la regione ha detto che Rossi era tra i manager più bravi della regione, adesso l’ospedale di Lodi è diventato di serie B. Era stata troppo indulgente prima o troppo fiscale adesso? Comunque ho già portato il tema alla commissione politiche sociali e al suo nuovo presidente Bosoni che se ne occuperà». E ieri, in effetti, la commissione affari sociali ha già cominciato a discutere del problema. A intervenire è anche il sindaco Lorenzo Guerini: «Per quanto riguarda l’elisoccorso - dice -, vorrei precisare che i lavori ora sono stati eseguiti. Il direttore Rossi ci aveva chiesto come favore di occuparci dei lavori di adeguamento. L’abbiamo fatto, anche se non era di nostra competenza. A Lodi sono stati fatti numerosi interventi strutturali che non vanno dimenticati. Mi rendo conto che non bastano. Per questo dico che bisogna guardare avanti e chiedo che vengano realizzati il più rapidamente possibile i lavori già annunciati da Rossi. Io sono sempre stato un sindaco attento ai temi dell’ospedale, pronto a incalzare quando ce n’era bisogno. Mi sono fatto carico della responsabilità politica di alcune scelte, per esempio quando è stata spostata la riabilitazione a Sant’Angelo. Ora, se ci sono dei passaggi da effettuare saranno effettuati. I rapporti con l’Ao sono sempre stati ottimi».

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