LODI Non c’è pace per villa Bianchi

Bivacchi nella casa del custode

I fantasmi di Villa Bianchi non hanno le eteree sembianze dei canonici ectoplasmi ma piuttosto le forme e i contorni dell’abbandono che questo storico simbolo della città di Lodi sta affrontando ormai da tempo.La perla architettonica razionalista, progettata dall’ingegnere Pietro Grignani, che sorge lungo viale Milano, si trova oggi apparentemente in un buono stato di conservazione, nonostante sia disabitata da anni: esternamente infatti l’ampio giardino circostante risulta curato e ben tenuto, così come le superfici visibili dell’immobile sembrano non rispecchiare i segni del tempo che scorre inesorabile anche per questa struttura, eretta nel 1933.

Tutt’altro si può dire, invece, nei riguardi della piccola depandance esterna, consistente in una sorta di gabbiotto per gli attrezzi, che sorge dietro la Villa, al confine con il retrostante parco Spina Verde. All’interno di questa piccola struttura si trovano infatti i segni di recenti bivacchi: numerose le bottiglie in vetro ed in plastica sparse al suolo, così come sono molti anche i brandelli di abiti e capi di vestiario che testimoniano come queste quattro mura, fatiscenti, vengano spesso utilizzate come riparo di fortuna o luogo dove gettare la propria immondizia. Pure è da segnalare la presenza di un vespasiano intatto, chissà come resistito nella sua integrità al passare degli anni. Tutto ciò contribuisce a fare da contorno alla splendida Villa.

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