Lodi, non c’è pace per i cimiteri:i ladri di rame saccheggiano Riolo

Un nuovo furto di rame, l’ottavo dall’inizio dell’estate, nei cimiteri cittadini. Domenica notte nel mirino è finito il camposanto di Riolo, dove una banda composta da almeno tre persone (come hanno riferito alcuni testimoni) ha scoperchiato due cappelle private e poi ha “ripulito” i tetti dei loculi. Le persone che abitano lì vicino hanno sentito dei rumori sospetti e hanno chiamato il “113”, ma i ladri si sono nascosti all’arrivo di polizia e carabinieri e poi hanno ripreso il lavoro indisturbati quando le pattuglie hanno lasciato la zona.

Ad accorgersi del furto è stato il custode, Gaetano Monico, ieri mattina intorno alle 7.30. Il cancello d’ingresso era chiuso come al solito, ma è bastata un’occhiata per capire quello che era successo. Così ha chiamato il dipendente del Comune (e guardia ecologica) Italo Boni, poi è arrivata anche la polizia per i rilievi e la Scientifica.

I ladri non hanno scassinato nessun cancello: si sono limitati a scavalcare un muretto sul lato destro del cimitero “atterrando” su un cassonetto, dove sono rimaste anche alcune impronte. Poi, con una scala, sono saliti prima sul tetto delle cappelle private, una accanto all’altra, e li hanno scoperchiati, poi su quelli dei loculi comunali, dove si sono presi almeno cento metri lineari delle cosiddette scossaline, ovvero delle lastre di rame che sporgono dalle pareti per impedire le infiltrazioni di acqua piovana.

Mentre facevano cadere il rame dal tetto e lo tagliavano per farlo entrare nel furgone, sono stati sentiti. Una famiglia che abita in quella zona si è svegliata per quei rumori metallici, intorno alle 5.30, e affacciandosi alla finestra ha visto tre persone che posavano il rame nel verde. «Polizia e carabinieri sono arrivati in 10 minuti - spiegano -. Ma probabilmente c’era un “palo” sulla strada e così i ladri hanno fatto in tempo a nascondersi. Le forze dell’ordine non li hanno visti, sono entrate nel cimitero e dopo un controllo nella zona se ne sono andate». Quindici minuti più tardi, con il campo di nuovo libero, i tre ladri si sono rimessi al lavoro. Sul posto a quel punto è arrivato anche un furgone bianco, di cui i residenti hanno letto la targa: era stato rubato pochi giorni prima a un fiorista di Milano. Tutto quello che c’era dentro (vasi, una scaletta per l’esposizione, la cassa, alcune fatture e una borsa con tutti i documenti del proprietario) è stato gettato lungo la strada che porta in una cascina; poi i ladri si sono aperti un varco spaccando il lucchetto di una sbarra e si sono diretti sul retro del cimitero, dove l’erba è stata trovata tutta schiacciata. Lì il rame è stato caricato.

Intorno alle sei la banda si è allontanata. Un residente che passava in macchina ha incrociato il furgone bianco, con a bordo tre persone, e ricordando i rumori sentiti quella notte ha preso il numero di targa, che più tardi ha riferito alla polizia. Così si è scoperto che il mezzo era stato rubato.

Quello di ieri è l’ennesimo furto nei cimiteri della città e non è escluso che ad agire sia sempre la stessa banda. A Riolo i ladri di “oro rosso” sono entrati già tre volte da aprile, mentre al Maggiore di viale Milano i colpi sono stati ben sei da maggio ad agosto. Un vero assedio. Senza contare che sui tetti c’è ancora molto rame (quello preso è solo una piccola parte) e quasi sicuramente, in assenza di allarme o telecamere, i ladri torneranno di nuovo.

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