
Lodi: «Non c’è decadenza dell'assessore Scotti ma rischio di illegittimità degli atti»
IL PREFETTO Risposta all’esposto delle minoranze, si attende il verdetto dell’Ufficio centrale. Due anni di deliberazioni di giunta a rischio?
Il caso Scotti viola l’osservanza di una noma di legge che non comporta la decadenza degli amministratori. Il prefetto di Lodi Enrico Roccatagliata ha risposto ieri all’esposto presentato dall’opposizione del Broletto in merito all’attività professionale esercitata dall’assessore ai lavori pubblici Luca Scotti nella città di Lodi in violazione delle norme. Il prefetto, pur in attesa del parere degli Uffici centrali, conferma l’orientamento finora assunto (e strenuamente difeso) dall’amministrazione comunale, per cui non ci sarebbe alcuna incompatibilità, ma accende anche un dubbio di non poco conto: la violazione, infatti, «potrebbe avere riflessi sul piano della legittimità degli atti adottati» con la partecipazione al procedimento da parte dell’assessore Scotti. Sul tema del conflitto d’interessi il prefetto conferma la posizione dell’amministrazione Furegato, pur con la prudenza dovuta all’attesa del parere degli Uffici centrali, interessati della questione: se anche il Testo unico degli enti locali vieta di svolgere attività professionale in materia di edilizia e lavori pubblici nel Comune amministrato, la norma non comporta alcuna decadenza dalla carica elettiva.
È il passo successivo che apre qualche interrogativo di maggior peso. «Tuttavia la violazione del dovere di astensione, oltre a venire in rilievo sul piano della responsabilità politica e deontologica del soggetto interessato, potrebbe avere riflessi sul piano della legittimità degli atti adottati ove chi doveva astenersi dall’esercizio dell’attività professionale abbia partecipato al procedimento che ha portato alla relativa adozione».
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