LODI Nella Veglia di Pasqua, l’invocazione per la pace

Il vescovo Maurizio, in cattedrale, ha ricordato nella preghiera i popoli vittima delle guerre, e «tutti i crocifissi innocenti di oggi e di ogni epoca»

La basilica cattedrale, con l’accensione del cero pasquale, si illumina della luce di Cristo risorto. Il vescovo Maurizio, questa sera, celebra la Veglia solenne, con il rito del lucernario, la liturgia della parola e la celebrazione eucaristica.

Nella cattedrale, un gran numero di fedeli accompagna la preghiera, in questa Pasqua che vede l’allentamento della presa della pandemia (pur con le necessarie cautele), ma impone l’invocazione al Signore perché la luce pasquale porti la pace nei luoghi devastati da guerra e violenza.

Proprio di questo ha parlato il vescovo Maurizio durante l’omelia, dopo aver scelto, tra le letture, quella del profeta Baruc: «”Imparate dov’è la potenza, la forza, l’intelligenza, imparate dov’è la vera luce degli occhi. Imparate dev’è la pace”. Pensando a due popoli in guerra che pure celebrano la Pasqua cristiana, con queste parole possiamo comprendere, custodire e difendere la vita e la pace. Scendano con l’acqua nel fonte battesimale le lacrime di pentimento della famiglia umana per le guerre, che cominciano con la violenza nelle relazioni le più nascoste». Ha poi ricordato «tutti i crocifissi innocenti di oggi e di ogni epoca, a loro per primi giunga forza e pace senza fine l’Alleluja pasquale, colmo dell’amore di Dio in Cristo Gesù».

Quindi il Battesimo, la Cresima e la Confermazione ad alcuni catecumeni. Il Battesimo anche per la piccola Anastasia, il cui nome in greco significa “Resurrezione”.

L’approfondimento dedicato a questa funzione, e alla Messa solenne del giorno di Pasqua, sarà sul Cittadino in edicola martedì 19 aprile 2022

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