LODI Miseria alle porte del Broletto, la scalinata del palazzo comunale diventa rifugio per un clochard

Da qualche tempo davanti alla sede della Pro loco ogni notte soggiorna un uomo avvolto dalle coperte

Miseria e povertà alle porte del Broletto. La scalinata che conduce ai piani alti dell’amministrazione cittadina è diventata la dimora notturna di un senzatetto. Quando calano le tenebre, e sopraggiunge il gelo della notte, le insegne dei principali esercizi commerciali della città si spengono, le serrande si abbassano. Le vie del centro si svuotano, così come i portici del palazzo comunale, che rimangono incustoditi e al riparo da occhi indiscreti. È il momento che segna la quiete tanto agognata dall’alba, e che permette a questa figura, un clochard rimasto senza nome, di rifugiarsi fra gli spazi della scalinata simbolo della politica locale.

A ridosso della porta d’ingresso della Pro loco, proprio sotto la supervisione di due telecamere, viene sistemato un cartone, che per quanto sottile riesce a fornire un minimo di isolamento termico dal freddo marmo di cui sono fatte queste scale. Il gelo del novembre lodigiano è pungente, la temperatura percepita è quasi prossima allo zero. Indispensabili quindi guanti, cappuccio e un caldo giaccone, oltreché una pesante coperta, per cercare di acclimatarsi e trovare qualche ora di riposo da una giornata probabilmente vissuta all’insegna di stenti e privazioni. Il sonno del vagabondo è comunque tormentato, forse da qualche sogno di riscatto sociale mai realizzato, più probabilmente dalla morsa del freddo che nonostante gli strati di vestiti e coperte penetra ugualmente nelle ossa. Stando alle ricostruzioni di alcuni cittadini, sarebbero già diversi giorni che questa figura senza nome cerca riparo notturno sotto gli uffici del municipio. Un gesto che è un simbolo antitetico nella scala delle gerarchie sociali, che mette a confronto il senza fissa dimora con le maggiori istituzioni cittadine, forse compiuto inconsapevolmente.

Questo è solo uno degli ultimi casi di fragilità sociale, di gente costretta a dormire all’addiaccio e a trovare ripari di fortuna dove capita. Qualche tempo fa, segnalazioni avevano indicato la presenza di una sorta di ricovero fai da te, un “monolocale” con tanto di brandina, costruito sotto gli spazi del ponte Napoleone Bonaparte, ma non è raro trovare dimore improvvisate anche lungo i giardini Barbarossa oppure fuori Lodi, verso il ponte della tangenziale. Nonostante le strutture di accoglienza presenti in città, rimane comunque il problema di chi decide di non rivolgersi a questi servizi, che possono offrire un pasto caldo e un comodo letto.

Come dimostrano il moltiplicarsi di situazioni di questo genere, le emergenze della povertà e dell’emarginazione sociale sono diventate ferite che sanguinano indigenza e miseria per tutta Lodi: urgenze che chiamano tutti all’azione, tanto più ora, con l’inverno alle porte.

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