LODI Maxi furto in un’abitazione di San Grato, ma i ladri vengono “incastrati” dall’Ipad: «La burocrazia ostacola le indagini»

La mamma della ragazza derubata insegue fino a Milano il segnale del dispositivo elettronico: la polizia lo ritrova

Maxi furto in casa, a Lodi, la donna segue fino a Milano il segnale dell’Ipad rubato, poi le forze dell’ordine individuano la refurtiva a bordo di un’auto. La donna ne approfitta per lanciare l’allarme: «Le indagini, secondo me - dice - sono spesso paralizzate dalla burocrazia. Deve cambiare la legge». L’episodio si è verificato venerdì. «Alle 15.15 - racconta la signora - mia figlia è andata a lavorare; alle 23 quando è tornata si è trovata la casa svaligiata. I ladri avevano sfondato la porta finestra e avevano rubato abiti firmati, quelli che le regalava sempre mia suocera, gioielli, orologi, borsoni e un Ipad, merce per un totale di circa 10mila euro. A quell’ora mia figlia ha chiamato il 112, i carabinieri hanno effettuato il sopralluogo. Mia figlia ha segnalato subito alle forze dell’ordine che intorno alle 21.30 le era arrivato sul telefono il segnale del suo Ipad. Era agganciato a Milano. La legge però impone che venga fatta prima la denuncia. Non ci si può mettere sulle tracce del ladro senza la formale denuncia. Secondo me questa è una stortura della legge che è troppo garantista per i ladri. Il giorno dopo, sabato mattina, mia figlia è andata a sporgere regolare denuncia e ha risegnalato la zona nella quale era stato individuato il segnale».

La mamma, che è una persona attiva, non si è fermata alla denuncia: «Il sabato pomeriggio sono andata a Milano, nella via nella quale era stato individuato il segnale dell’Ipad a controllare - dice -. Ho chiamato il 112, poi sono tornata a casa. Il giorno dopo sono ritornata ancora con una mia amica, ho visto delle persone e ho spiegato cosa stavo cercando. Quelle persone, probabilmente intimorite, sono scappate. Poco dopo la macchina, infatti, è stata fermata dalla polizia vicino a un centro commerciale. I tre uomini sono scappati, lasciando della merce a bordo, compreso il nostro Ipad. Nell’aprire la refurtiva e togliendo la stagnola che avvolgeva il dispositivo, è ripartito il segnale e mia figlia ha allertato il 112. Più tardi ha scoperto che il segnale le era arrivato proprio perché le forze dell’ordine avevano messo le mani sulla refurtiva». Quello nell’appartamento della ragazza non è l’unico furto avvenuto in questo periodo. Pochi giorni fa, per esempio, in via Pollaiolo, all’Albarola, i ladri hanno forzato una finestra, sono entrati, hanno tagliato a metà la porta blindata della cassaforte e hanno portato via gioielli e risparmi di una vita. Qualche giorno prima, invece, una banda di ladri aveva minacciato una coppia sull’uscio di casa, in un palazzina, nel complesso della Spina verde, costringendo poi i residenti a svuotare la cassaforte. Un episodio simile si era già verificato anche a Secugnago.

Oltre ai furti in casa ci sono anche quelli in farmacia. Martedì, è stato siglato in prefettura, a Lodi un addendum al protocollo d’intesa precedentemente stipulato un anno fa, volto a rafforzare i sistemi di sicurezza nelle farmacie del territorio. L’accordo, firmato alla presenza del Questore, del comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri e del comandante provinciale della Guardia di finanza, è nato nell’intento di dare avvio ad una ulteriore importante azione di prevenzione volta a contrastare il fenomeno dei furti diurni e notturni e quello delle rapine.

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