LODI Lotta alla peste suina dopo i focolai nel Pavese

Presentate in commissione agricoltura l’istituzione dei Got (Gruppi operativi territoriali) e la nascita dei bioregolatori, Baffi: «La nostra attenzione è alta»

Lotta alla peste suina nel territorio. Un focolaio, infatti, ha riguardato la provincia di Pavia che confina con il Lodigiano.

L’istituzione dei Got (Gruppi operativi territoriali) e la nascita dei bioregolatori. Sono le “armi” messe in campo dal “Piano di sorveglianza ed eradicazione della Peste suina africana” (Psa) presentato oggi pomeriggio dal Commissario straordinario Vincenzo Caputo in Commissione Agricoltura presieduta da Floriano Massardi.

I Got sono task force composte da una ventina di tecnici degli assessorati della sanità, dell’agricoltura e dell’ambiente, coordinati dal commissario straordinario, che hanno il compito di mettere in rete i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali nella definizione delle misure di contenimento della peste suina africana.

I Bioregolatori sono i soggetti abilitati al prelievo, biocontenimento e abbattimento dei cinghiali, con specifica formazione in materia di biosicurezza. Dall’elenco dei Bioregolatori possono attingere le Regioni per attività di contenimento del cinghiale, principale “veicolo” di trasmissione del virus anche attraverso le carcasse.

Per la Lombardia l’obiettivo è l’abbattimento di 27mila cinghiali entro la fine dell’anno.

Nella provincia pavese sono stati individuati otto focolai. Il primo, il 18 agosto, nel Comune di Montebello della Battaglia. Il 24 agosto ne sono stati individuati altri cinque nel Comune di Zinasco. A seguire uno nel Comune di Domo e uno in quello di Somma. Da questi otto focolai sono stati abbattuti 13.365 capi. In seguito a indagine epidemiologica ne sono stati abbattuti altri 7.500 in otto allevamenti: tre correlati al focolaio di Montebello della Battaglia, tre a quello di Zinasco e due a quello di Domo. A questi 20.865 capi se ne aggiungono altri 13mila abbattuti in via preventiva per interrompere la diffusione del virus per un totale di 33.865 capi. Le operazioni di abbattimento si dovrebbero concludere entro domenica 17 settembre.

«L’attenzione di Regione Lombardia è sempre alta, a partire dalla DGR 1684 che delinea le regole di gestione delle zone di protezione e di sorveglianza, fino a tutte le azioni sanitarie e di prevenzione e contenimento messe in atto -ha sottolineato la presidente della commissione sanità Patrizia Baffi-. È encomiabile in questo senso l’impegno del comparto veterinario, con operatori che stanno dedicandosi totalmente sia ai prelievi sia alle fasi di abbattimento, portando avanti un lavoro molto complesso, decisivo nell’accompagnamento del contrasto alla Psa, in un contesto difficile. Pensiamo ai più di 33mila capi abbattuti, ai quali seguiranno adeguati ristori agli allevatori come previsto dalla legge nazionale con un fondo appositamente istituito. Fondamentale è la prevenzione, che deve diventare vera e propria cultura diffusa rispetto al problema della Psa nella gestione degli allevamenti suinicoli, anche attraverso percorsi di formazione specifici. Importante infine è il sostegno da parte di Regione Lombardia agli allevatori nelle attività di messa in sicurezza delle strutture: in questo senso, ancora prima dell’emergere dei focolai attuali avevo chiesto all’assessore Beduschi un aumento dei fondi sul bando Biosicurezza».

Ai fini del contenimento del virus in provincia di Pavia è stato imposto il divieto di movimentazione e macello dei suini in un raggio di dieci chilometri dai focolai di PSA (zona di protezione) e in tutto il resto della Provincia (zona di sorveglianza).

Nel corso dell’audizione del Commissario straordinario Vincenzo Caputo sono intervenuti i Consiglieri Carlo Bravo (Fratelli d’Italia), Claudio Mangiarotti (Fratelli d’Italia), Matteo Piloni (PD), Ivan Rota (Lombardia Migliore), Silvana Snider (Lega), Marcello Ventura (Fratelli d’Italia).

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