LODI Licenziato per aver fatto il pieno all’auto con la carta aziendale, assolto e reintegrato

Dopo tre anni la sentenza del tribunale per un dipendente di Terna Rete Italia

È stato accusato di aver fatto il pieno all’auto privata con la carta di credito aziendale. È finito sotto processo, è stato licenziato, nel gennaio 2021, per poi essere assolto in sede penale - grazie alle immagini di videosorveglianza del distributore, che lo hanno filmato in un orario diverso da quello del “prelievo” illegale – , mentre ora il giudice del Lavoro annulla il licenziamento e obbliga il datore di lavoro, Terna Rete Italia spa, al reintegro e all’indennizzo. A mettere fine all’incubo è stato il Tribunale di Lodi, con la sentenza del 30 ottobre, notificata nei giorni scorsi. «Per me è finito un incubo durato tre anni: sono stanco, ma felice» racconta a Il Cittadino l’uomo, residente nel cremonese, per 25 anni prima dei fatti dipendente della società.

La sua odissea era partita il 18 dicembre 2018, al distributore Ip di Grumello Cremonese. Qui, nelle ore serali, aveva effettuato un rifornimento di carburante alla sua auto. Nello stesso distributore e nello stesso giorno in cui risulta un rifornimento di 55 euro di gasolio, fuori dall’orario di lavoro, ma pagato con la carta di credito aziendale collegata a uno dei mezzi di servizio dell’azienda a disposizione dei dipendenti. Uno dei 15 episodi finiti all’interno di una più vasta indagine su prelievi di gasolio con carte aziendali della società, ciascuna collegata a un’auto di servizio, dove veniva infilata nel parasole, mentre l’auto veniva chiusa e le chiavi venivano posizionate in ufficio. L’uomo è stato coinvolto in quel solo episodio del 18 dicembre, ma è stato poi assolto a maggio 2022 per non aver commesso il fatto. A pesare nella sentenza di assoluzione erano state appunto le immagini delle telecamere, che hanno ripreso l’uomo alle 18.30, oltre un’ora dopo l’orario dello scontrino del rifornimento indebito, registrato alle 17.26. E anche la circostanza che il cellulare dell’uomo avesse agganciato la cella posizionata a 14km in linea d’aria dal distributore alle 17.03 è stata considerata neutra, considerato che la stessa cella è sulla via del ritorno dal luogo di lavoro alla residenza dell’uomo. Proprio gli elementi della sentenza di assoluzione in sede penale sono stati ripresi dal giudice del Lavoro, che ha accolto il ricorso dell’uomo, difeso dall’avvocato Alberto Gnocchi di Cremona, annullato il licenziamento intimato il 20 gennaio 2021 e condannato la società e reintegrare il ricorrente nel posto di lavoro e al pagamento di un’indennità risarcitoria oltre alle spese di lite.

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