Lodi, l’arte irrompe tra le crepe del parcheggio di via D’Azeglio

Dopo il caso all’ex Consorzio, le gigantografie d’autore stanno cambiando l’immagine della città

I volti, immortalati in gigantografie d’autore, spuntano tra una rampa e l’altra, integrati alla perfezione come se fossero sempre stati lì. E restituiscono una nuova immagine al passaggio vetusto che dal parcheggio di via D’Azeglio conduce a viale Dalmazia, suscitando reazioni e stupore nei lodigiani che usano la grande area di sosta, spesso come parcheggio giornaliero.

Non smette di stupire lo scenografico allestimento fotografico che un gruppo di allestitori di Arles, città sede di uno storico festival dedicato alla fotografia, ha deciso di portare a Lodi come omaggio e riconoscimento internazionale al Festival della Fotografia Etica, in partenza a fine settembre. Dai muri degli edifici che danno su via Luigi Abate Anelli dell’ex Consorzio Agrario, alla scalinata che dal parcheggio D’Azeglio porta a viale Dalmazia, le immagini d’autore sono state posizionate lo scorso fine settimana dopo sopralluoghi a distanza degli allestitori, effettuati tramite la tecnologia, in particolare con Google Street View, per visualizzare gli spazi e procedere poi agli allestimenti in città.

Stessa operazione - sempre con l’intento di regalare nuove suggestioni visive a luoghi urbani e rendere sempre più Lodi città della fotografia - anche nei pressi del muro dove un tempo era visibile la Cattedrale Vegetale e dove è stata posizionata un’immagine in dialogo con l’ambiente circostante, dedicata all’acqua e all’Adda, tratta dal lavoro Elegia Lodigiana di Gabriele Cecconi. L’idea è di proseguire ancora e ampliare i luoghi “contaminati” dall’energia positiva della fotografia, con un allestimento che è temporaneo, perché i materiali andranno poi a sciogliersi con il tempo e l’acqua, e in dialogo con le presenze esistenti e con i lavori dei writers, facendo crescere il progetto il prossimo anno.

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