LODI La vicenda di un oncologo che perde il figlio per un tumore in diretta sul «Cittadino»

Il dottor Alberto Scanni racconta sui canali del nostro giornale il dramma narrato nel commovente libro edito da Ancora “Quel che resta di te. Un padre racconta la malattia del figlio”

“Quel che resta di te. Un padre racconta la malattia del figlio”. L’oncologo Alberto Scanni, ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Melegnano e dell’istituto tumori di Milano, editorialista del «Corriere salute», presenterà in diretta Facebook e sul sito del «Cittadino», domani, 23 maggio, alle 18.30, il suo libro edito da Ancora.

Nello struggente volume, il medico racconta il dolore di un padre, che è anche oncologo, che vive la malattia oncologica del figlio Matteo (giornalista, direttore della scuola di giornalismo dell’Università cattolica di Milano dove insegnò giornalismo televisivo d’inchiesta, tra i fondatori e presidente di Dig - Documentari, giornalismi, inchieste, premio internazionale dedicato al giornalismo investigativo, che si svolge dal 2015 a Riccione; realizzò tra le numerose attività, reportage tra i quali “Il paese del maiale”, sulle contraffazioni alimentari, per Rai 3 ed “Euskal Kronikak” per Rai Sat sui paesi Baschi) senza poter intervenire.

Il volume non è solo la storia del dolore personale del medico, del figlio e della famiglia, ma anche una occasione per affrontare il tema del nostro rapporto con la malattia, proprio a partire dalla testimonianza del figlio Matteo, per parlare del nostro rapporto con l’aldilà e di come la malattia e la morte mettano in crisi anche la nostra fede. Il volume racconta come, a volte, i medici non sappiano comunicare, ascoltare e comprendere, non guardino alla relazione umana con il paziente e mettano davanti allo sguardo del malato la fredda logica dei protocolli. A volte, evidenzia il testo, è la burocrazia che uccide.

L’oncologo, che ha scritto il libro inizialmente come processo di cura, rispondendo alle domande dei giornalisti del «Cittadino», metterà in luce tutte queste tematiche, perché in fondo al tunnel, una luce di speranza c’è sempre.

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