LODI La top model Bianca Balti testimonial della campagna contro il cancro

La scelta Un anno fa la diagnosi che le ha cambiato la vita e alla quale ha reagito con fermezza e coraggio

Ci ha messo il volto, il sorriso, la voce, portando la sua dolorosa esperienza di vita per aiutare la ricerca. La top model lodigiana Bianca Balti è testimonial e volto della campagna “Ovaries. talk about them”, movimento globale che punta a sviluppare il primo test di rilevazione precoce del cancro alle ovaie basato sul Dna. A un anno dalla diagnosi che ha segnato un prima e un dopo nella sua vita, la top model lodigiana si è raccontata sul portale del marchio Camillaandmarc, in un’intervista toccante su quello che ha significato per lei incontrare il cancro. Balti ripercorre quanto ha vissuto a partire dal 2021, quando tutto è partito con una mammografia. «Dopo avermi chiesto quale fosse la mia storia familiare mi hanno subito sottoposto a un test genetico e un paio di settimane dopo mi hanno comunicato che avevo una mutazione del gene Brca1 che mi rendeva incline al cancro al seno e alle ovaie». Da qui la scelta di rimuovere il seno e la decisione, già presa, di fare lo stesso con le ovaie, ma il cancro è arrivato prima. Lo ha scoperto l’8 settembre 2024: «il giorno in cui sono andata al pronto soccorso perché avevo questo dolore lancinante». L’ecografia all’addome ha rivelato la situazione e la presenza di un tumore ovarico al terzo stadio. «La mia reazione è stata quella di iniziare a piangere: ero talmente agitata da non riuscire quasi a respirare e ricordo di aver detto di essere stata stupida per non essermi tolta prima le ovaie». La diagnosi ha cambiato tutto, perché «il momento in cui sono stata così vicina alla morte mi sono sentita così legata alla vita, quindi è dolceamaro: conosco il valore di tutto, ma ho anche paura del futuro». Costante la preoccupazione per le figlie - «perché ho sempre provveduto a loro e dicevo “oddio cosa lascerò loro?”» - , la modella ha anche raccontato quello che le hanno confidato altre donne alle prese con il cancro. «È sentirsi liberi dall’apparenza esteriore, ma anche avere la sensazione di sentirsi come si è veramente, senza bisogno di piacere a nessuno: questi potrebbero essere i miei ultimi giorni sulla terra e non li sprecherò cercando di piacere a tutti o facendo finta di essere qualcuno che non sono. E ho scoperto di piacere molto di più alle persone». C’è sempre più bisogno di parlare del cancro alle ovaie, perché «al momento non c’è la possibilità di avere diagnosi precoci: è passato quasi un anno dalla mia diagnosi, sono qui che vivo la mia vita molto più profondamente e in un modo più ricco di significato di come abbia mai fatto, assaporando ogni giorno». La speranza arriva dalla ricerca «e il fatto che, con questa campagna, siamo molto più vicini ad avere un test in grado di rilevare precocemente questo tumore». Un passo che «sarebbe piuttosto rivoluzionario».

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