LODI La ripartenza del parco Isolabella si è fermata, le nuove piante non si vedono

Sorgenia è in attesa dell’approvazione del nuovo progetto nato dal percorso di condivisione

L’Isolabella attende di rinascere: il parco adiacente all’Adda a Lodi doveva diventare un vero e proprio bosco grazie all’accordo con la ditta Sorgenia che, nell’ambito delle opere di compensazione per la costruzione della centrale di Turano-Bertonico, ha piantato cinquemila essenze nel prato che si estende tra il parcheggio dell’ospedale, il fiume e la tangenziale. Un progetto che si è scontrato con l’annus horribilis del 2022, l’estate particolarmente siccitosa durante la quale i lodigiani hanno assistito alla progressiva morte delle essente appena piantate.

Ma non è stata la siccità l’unico problema: un terzo del patrimonio arboreo, infatti, è stato vittima dei vandalismi prima ancora che del caldo, svelando forse la necessità di dar vita, a monte della piantumazione, a un progetto di partecipazione più ampio per un rettangolo di terra cui tanti sono affezionati al punto da sradicare gli alberelli di un progetto non condiviso.

La nuova amministrazione, quindi, è ripartita dalla condivisione, consultando una specialista nell’attivazione di processi partecipativi: in tutta fretta sono stati organizzati alcuni incontri, dai quali sono emerse delle varianti rispetto al progetto originario.

L’idea dell’amministrazione, confermata dalla giunta (dagli assessori all’Ambiente Stefano Caserini e alla partecipiazione Maria Rosa De Vecchi) durante la presentazione era quella di piantumare entro la metà di novembre, «in modo che le piante attecchiscano prima e abbiano più possibilità di sopravvivere alla siccità estiva».

Al momento, però, delle nuove piante non c’è l’ombra. La situazione si è arenata negli uffici e Sorgenia è in attesa dell’approvazione della variante al progetto, che poi dovrà passare anche dal Parco AddaSud.

Il via dovrebbe arrivare a giorni, ma a questo punto, con il rischio di gelate, appare impossibile piantare gli alberi prima dell’inverno, e verosimilmente si dovrà aspettare febbraio o marzo: dopo i ritardi dovuti alla partecipazione, figli di una precisa scelta politica condivisibile o meno, e quelli dovuti all’approvazione, la ricalendarizzazione dovrà fare i conti con le necessità organizzative di un intervento che non si programma dalla sera alla mattina e che comunque, rispetto all’anno scorso, costerà evidentemente di più alla società Sorgenia.

Tuttavia anche piantando in febbraio o marzo, benché non sia il periodo ottimale, non dovrebbero esserci problemi di attecchimento (sperando in un’estate più clemente della passata), e ci sarà spazio anche per alcune migliorie del progetto in un’ottica di condivisione didattica (speciali piantumazioni) che comunque avrebbero dovuto avvenire in primavera.

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