LODI La Regione “spegne” l’Areu: oggi la protesta dei giornalisti

La mobilitazione dei cronisti dopo lo stop al servizio di informazione sugli intervento di soccorso

In questi giorni c’è una notizia che sta agitando il mondo dell’informazione regionale, e dunque anche lodigiano: si tratta dello spegnimento improvviso e senza spiegazioni, venerdì scorso, del sito Internet dell’Areu, l’Agenzia regionale emergenza urgenza della Lombardia, in sostanza il “vecchio” 118. A decidere lo stop è stato lo stesso Pirellone, che 13 anni fa aveva attivato questo servizio di informazione real time che consentiva ai giornalisti di venire a conoscenza, “quasi in tempo reale”, dei principali fatti.

A Milano la protesta dei giornalisti per la stretta sulle informazioni di Areu. Video di Barbara Sanaldi

Prima dell’entrata in vigore di questa piattaforma, c’è da sapere che tutti i cronisti di nera delle diverse testate erano costretti a rivolgersi telefonicamente alla stessa centrale operativa del 118 e alle croci operanti nelle varie province per raccogliere informazioni su incidenti, infortuni sul lavoro, aggressioni e tutto quello che riempie le colonne dei quotidiani e i siti. Nel fine settimana, dunque, è stata immediata l’alzata di scudi dei rappresentanti dei lavoratori della carta stampata e dei media in generale, vale a dire Associazione lombarda giornalisti, Gruppo Cronisti Lombardi, Ordine dei Giornalisti della Lombardia e Nazionale insieme ai Comitati di redazione. «Il sistema “real time” Areu funziona, non viola regole e non impatta negativamente con nessuna attività di primo soccorso che si svolge sul territorio - scrive l’Alg -. Il diritto d’informazione ai cittadini garantito dall’attività dei cronisti non può essere limitato né può essere costretto a tornare a un passato superato. Le nuove tecnologie vedono l’informazione esprimersi sempre più “in diretta” e con nuovi metodologie di diffusione: è inaccettabile che la Regione, invece, scelga di tornare indietro».

E ancora. «L’oscuramento ai giornalisti di Areu rappresenta un’ulteriore limitazione alla libera informazione che fa il paio con l’infelice normativa sulla presunzione d’innocenza, conosciuta come Legge Cartabia, che sta limitando gravemente la diffusione di notizie di carattere giudiziario».

Dopo un summit lunedì con i vertici regionali, i rappresentanti della carta stampata, insoddisfatti delle risposte ottenute dall’assessore al welfare Guido Bertolaso che gestisce la partita, hanno annunciato per questa mattina alle 12 un presidio di protesta sotto la sede della Regione.

Ovviamente, non è mancata la risposta dello stesso Bertolaso. «Ho spiegato fin da subito che non c’è mai stata l’intenzione di impedire il diritto di cronaca, pur ricordando che la missione di Areu è quella di prestare soccorso ai cittadini, non altro e che il servizio finora offerto dalla Lombardia rappresenta un unicum nel panorama nazionale - scrive Bertolaso in una nota ufficiale -. Purtroppo con l’avvento dei siti di informazione online, nei quali troppo spesso lavorano giornalisti senza il dovuto riconoscimento contrattuale previsto dalla categoria, oggi abbiamo rilevato che i tempi per elaborare le notizie si sono ridotti drasticamente compromettendo, in taluni casi, di accertare la realtà dei fatti e la completezza dell’informazione. Alla luce di questo ho semplicemente chiesto ai miei interlocutori di attendere due settimane per poter mettere a loro disposizione un servizio più coerente con tutto il sistema dell’emergenza, dal soccorso sul posto fino alla presa in carico nei Pronto soccorso, proprio per fornire una comunicazione più attendibile ed esaustiva».

Peccato però che nella sola giornata di lunedì gli interventi registrati da Areu sono stati 3.424, di cui 427 in codice rosso, 13 con l’utilizzo dell’elisoccorso e uno con soccorso alpino.

«È evidente che nessun servizio temporaneo o alternativo al “real time” di Areu avrebbe permesso comunque di dare conto efficacemente di tutti questi eventi» ribatte ancora l’Alg. E peccato l’Areu non è un “unicum lombardo”, dal momento che un’identica piattaforma esiste a Trento e in Liguria. Intanto ieri la Regione ha diramato ai giornalisti i numeri di telefono ai quali rivolgersi per raccogliere informazioni direttamente alla centrale operativa del 118, alla quale teoricamente potrebbero chiamare anche i non addetti ai lavori, creando proprio quella giungla informativa che la Regione vuole evitare.

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