LODI La logistica dell’Azienda sanitaria, un primo “scoglio” per la giunta Furegato

Lo stop arriva da sinistra: per Legambiente il deposito può essere ospitato in uno dei tanti capannoni abbandonati del territorio

Dopo un primo commento “su due piedi” di settimana scorsa, Legambiente è intervenuta ieri in modo più strutturato sul destino del Parco tecnologico a partire dai risvolti ambientali e territoriali della vicenda. In particolare, quindi, sulla possibiltà della costruzione di una logistica a servizio dell’Azienda sanitaria nel terreno agricolo accanto alla struttura di ricerca, che si trasformerebbe in Casa della Comunità (punto di riferimento per la medicina territoriale nato dall’ultima riforma sanitaria). Il dibattito sulla logistica non si spegne, quindi, e rischia di rappresentare un primo vero scoglio per l’amministrazione Furegato.

«Durante l’esperienza bruciante della pandemia è emersa la necessità di un magazzino e polo logistico di materiale sanitario, che non ha alcuna necessità di stare in prossimità della Casa di Comunità. Se la Casa deve essere prossima ai cittadini serviti, la logistica deve essere al centro della rete stradale e/o ferroviaria dei punti di destinazione finale» commenta Legambiente, analizzando le diverse le ipotesi in campo per il Ptp: l’acquisto da parte del Comune oppure da parte dell’Azienda sanitaria: «A questa proposta si aggiunge la necessità di costruire, su area agricola vicino al Ptp, un capannone di 20 mila metri quadrati di stoccaggio a cui aggiungere parcheggi e raccordi stradali. Non sappiamo se le diverse ipotesi si siano o meno concretizzate in studi di fattibilità, progetti seri, costi, ricadute e recupero negli anni dell’investimento. Se ci sono, si rendano pubbliche e si portino in Consiglio Comunale».

Legambiente interviene a favore di una medicina territoriale che sia veramente di prossimità, che porti «i vaccini negli ambulatori medici e nelle farmacie in città a Lodi ed in ogni comune della provincia; mentre le visite specialistiche, gli esami e i prelievi che non possono essere decentrati, è auspicabile che si trovino in luoghi già raggiungibili anche dai mezzi pubblici, non dove il parcheggio è insufficiente come l’attuale centro vaccinale».

E tornando sulla logistica, chiarisce: «Il polo logistico può invece trovare ospitalità in uno delle decine di capannoni vuoti di cui è pieno il Lodigiano, senza ulteriore consumo di suolo, variante urbanistica e predisposizione di viabilità di servizio aggiuntiva. Magari accompagnando la decisione con uno studio sulla mobilità indotta e, cosa che ormai si fa all’estero, i servizi da organizzare per la prossima transizione alla “green logistic” del prossimo decennio: quando la mobilità diventerà necessariamente elettrica, più ferroviaria e necessiterà di servizi (pannelli solari e accumulo per la ricarica e la rifrigerazione)».

La posizione di Legambiente, che non ha nascosto il sostegno a questa giunta in un’ottica di valorizzazione delle istanze ambientali, non potrà certo essere trascurata dall’amministrazione nelle interlocuzioni con l’Asst che, vista la situazione delicatissima del bilancio del Parco, dovranno avvenire a stretto giro.

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