LODI Isolotto Achilli, si lavora al rilancio: «Il recupero un’eredità di Cassinelli»

L’associazione Num del Burgh vuole proseguire nelle operazioni

Una piccola riserva sospesa sul fiume. L’Isolotto Achilli non è solo un luogo del cuore, selezionato dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano), ma insieme al torrione è diventato il simbolo di Lodi, per il panorama suggestivo che offre e per il legame con le tradizioni del capoluogo.

Farlo rivivere e conoscere è stata la sfida di Gino Cassinelli, fondatore dell’associazione Num del Burgh, stroncato dal Covid a fine marzo. «È una delle eredità più preziose che ci ha lasciato – riferisce il nipote, Jacopo Cassinelli – si era buttato anima e corpo in quel progetto, insieme a tanti volontari. All’inizio era stato necessario addirittura entrare con la falce per rimuovere le sterpaglie e farsi strada nella vegetazione». Dopo gli anni “ruggenti” delle feste organizzate dal vecchio proprietario, Enrico Achilli, che dà il nome all’isolotto fluviale, la proprietà era passata alle famiglie Meani, Piolini, Foresti e Boienti, che lo avevano concesso in comodato d’uso gratuito alcuni anni fa, con il patrocinio del Comune di Lodi, proprio a Num del Burgh. E da qui era cominciata la grande avventura di provare a recupere il gioiello naturale. «Sono stati piantumati alberi da frutto e altre essenze che venivano regolarmente donate da vivai del territorio – ricorda Jacopo Cassinelli –; anche il Parco Adda aveva donato delle piante. Prima dell’emergenza coronavirus venivano anche promosse delle gite due volte alla settimana per consentire, su appuntamento, di poter visitare l’oasi». Dalla rive si possono ammirare i terrazzamenti, gli affascinanti percorsi immersi al verde e la piazza del teatro e le sue colonne, segno dei fasti del passato. E sulla punta è possibile godere il paesaggio. In tanti avevano contribuito ad allestire l’Isolotto, che solo l’anno scorso ha visto lo spettacolo di pianoforte (trasportato in elicottero) del maestro Dante Vanelli: tra i volontari più impegnati Patrizia Beghi, Marcella Cervi, Luciano Cipolla, Stefano Fabene, Angelo Grecchi, Egidio Marchesi e Gaetano Pulze.

«Nostra volontà è cercare di riprendere il percorso avviato, rilanciando l’attività – informa Giulia Baggi, membro di Num del Burgh e vice presidente del consiglio comunale –. Per ragioni di sicurezza, dovute all’emergenza sanitaria, sono stati per il momento sospesi i viaggi sull’Isolotto. Per il futuro si tratta di lavorare di concerto con Comune e Regione per cercare di portare anzitutto l’elettricità al centro dell’Adda, in modo da consentire di attivare un impianto di irrigazione, avere l’illuminazione e poter svolgere con frequenza la manutenzione. Questo sarebbe il primo passo per favorire una fruizione più ampia di questo spazio, davvero tanto caro ai lodigiani». Per proteggerlo dalla piene nel 2008 il Broletto aveva anche assegnato i lavori di corrazzamento delle sponde, un’imponente scogliera che insieme alla cascata sull’Adda è il biglietto da visita della città.n

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