Lodi, inizia il processo per il Frecciarossa deragliato

Il disastro ferroviario del 2020 tra Livraga e Ospedaletto Lodigiano costò la vita ai due macchinisti

Prima udienza questa mattina 9 gennaio a Lodi per il processo per ipotesi di disastro ferroviario colposo e duplice omicidio colposo, in relazione alla violazione delle norme sulla sicurezza della circolazione ferroviaria, per il deragliamento del treno Frecciarossa 1000 Milano - Salerno avvenuto alle 5.30 del mattino del 6 febbraio 2020 sulla linea Alta Velocità tra Livraga e Ospedaletto Lodigiano, in corrispondenza dello scambio numero 5 del Posto Movimento. Avevano perso la vita i due macchinisti Mario Dicuonzo, 59 anni, di Pioltello, e Giusepe Cicciù, 51, di Cologno Monzese. Sul banco degli imputati un dirigente di Rfi, e due ingegneri, un operaio e un tecnico di Alstom Ferroviaria. Secondo l’accusa Alstom consegnò a Rfi un attuatore per scambi difettoso, che fu installato durante una manutenzione poche ore prima del deragliamento da una squadra composta da cinque operai Rfi, due dei quali sono già stati condannati a 3 anni in udienza preliminare e hanno fatto appello. I difensori hanno contestato l’ammissibilità del sindacato Filt Cgil come parte civile e hanno chiesto di sottoporre alla Corte costituzionale il decreto che dispone il giudizio, in quanto, facendo propri i nuovi criteri della Riforma Cartabia, esprime una “ragionevole previsione di condanna”, in violazione del principio della presunzione di innocenza. Il pm Giulia Aragno ha chiesto al collegio presieduto dal giudice Angelo Gin Tibaldi di respingere entrambe le eccezioni preliminari, il processo riprenderà il 6 febbraio con la lettura della relativa ordinanza.

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