LODI Il giallo di Giorgio a “Chi l’ha visto?”

Il 34enne è uscito di casa in motorino ed è stato poi trovato morto nell’ Adda. Il procuratore: «Si indaga ancora»

L’autopsia ha già dato alcune possibili spiegazioni, non trovando evidenze di una morte violenta, ma secondo la mamma Ombretta Meriggi e gli amici è troppo presto per arrendersi all’idea che Giorgio Medaglia si possa essere buttato di notte nell’Adda per un momento di sconforto. Mercoledì attorno alle 23 anche la storica trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha visto?” ha voluto raccontare quello che per il momento si sa delle ultime ore di vita di Giorgio Medaglia. Trentaquattro anni, di Lodi, zona Albarola, la sera di domenica 28 giugno era uscito di casa in motorino, alle 21.30 o forse un po’ più tardi, mentre la madre, esausta per il turno di lavoro da infermiera, era già a dormire. Nessuno, salvo il titolare di una piadineria vicino a casa che l’ha notato passare con il suo motorino bianco, l’ha più visto, fino a quando il venerdì successivo un passante ha notato il corpo sotto il ponte dell’Adda a Cavenago. I carabinieri già pochi giorni dopo la scomparsa avevano ritrovato il suo scooter alla Martinetta e un testimone sostiene che a portarlo lì, o a provare a spostarlo, c’era un ragazzino all’apparenza quindicenne e magro. Difficile che potesse essere Giorgio, alto più di 1,80 e palestrato. Gli inquirenti hanno annotato che nel motorino c’erano due caschi, uno, probabilmente quello rosso integrale del 34enne, legato alla sella. «Ma perché due caschi, se era uscito da solo?», si è domandata anche la conduttrice della trasmissione Federica Sciarelli, invitando chi abbia notato qualcosa a chiamare (o «Chi l’ha visto?» 06.8262 o ovviamente i carabinieri). Altro particolare che appare anomalo nella vicenda, stando alla madre, agli amici ma anche al personale del Cps di Lodi è che Giorgio avesse alcol (stimato 1 grammo/litro) nel sangue, quando a detta di tutti non beveva assolutamente alcolici. Che abbia incontrato una cattiva compagnia e sia finito in Adda per un tragico gioco, o un atto di bullismo?

È solo un’ipotesi tra mille altre possibili, la madre chiede solo che non restino più punti di domanda. Giorgio frequentava il Centro psicosociale a seguito di un percorso che lo aveva fatto uscire da una pesante chiusura in sè stesso, e aveva ottenuto un attestato da “tutor” per aiutare altri pazienti. Stava per andare in vacanza con la mamma e aveva chiesto ai due migliori amici di raggiungerlo al mare.

«Le indagini non sono finite e compiremo gli ulteriori accertamenti possibili», ha osservato ieri pomeriggio il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro.n

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