LODI Il degrado e la lenta agonia delle 16 cabine telefoniche: un appello per salvarle e riconvertirle

Le postazioni spesso sono guaste e prese di mira da vandali e graffitari

Le tessere prepagate oggi sono materia di interesse per i collezionisti. Come i gettoni del resto, diventati oggetti d’epoca, mentre per decenni sono stati di uso comune. Così come è andato quasi in soffitta anche l’elenco telefonico - tanti la linea fissa a casa non ce l’hanno nemmeno più, affidandosi esclusivamente alla rete cellulare - ed è difficile vedere ancora qualcuno alzare la cornetta per una telefonata.

Sono però 16 le cabine telefoniche ancora presenti nella città del Barbarossa, in punti diversi dal centro alle periferie. Da piazza Castello, a viale Pavia, da via Cadamosto a via Monti, via Secondo Cremonesi, viale Savoia, viale Piacenza. Spesso oggetto di vandalismi e imbrattamenti - le firme con bombolette spray e pennarelli indelebili non si contano - ; spesso non danno segni di vita sui display digitali di cui oggi sono dotate e sovente diventano anche oggetto di abbandoni di rifiuti.

Proprio della presenza delle cabine telefoniche in città ha deciso di occuparsi, in consiglio comunale, in un ordine del giorno, il gruppo di Fratelli d’Italia. Il consigliere Maurizio Calderini aveva rimarcato lo stato delle strutture - oggetto di fenomeni di degrado, vandalismo, come d’uso improprio - , ma anche portato l’esempio degli esperimenti di riconversione delle strutture portati avanti in altre città. «Nel 2023 non esiste che la città di Lodi non abbia trovato il modo di investire sulla propria connettività - ha detto il consigliere Calderini - : sono numerose le città in Italia e nel mondo che hanno deciso di investire sostituendo le vecchie cabine telefoniche, che nel nostro caso sono diventate anche simbolo di degrado e sporcizia, con moderni apparecchi di connettività pubblica, sul modello smart city. Basti pensare a cosa potrebbe significare per la nostra città vedere, al posto di cabine imbrattate e sporche, pannelli interattivi con mappe digitali per vedere i servizi nelle zone limitrofe o per generare wifi gratuito per i cittadini e i turisti».

Calderini ha chiesto un impegno a sindaco e giunta per avviare un confronto con il gestore entro sei mesi per condividere un progetto di manutenzione straordinaria e recupero dei manufatti, prevedendo anche la possibilità di potenziarne le funzionalità in un’ottica di connettività pubblica.

Un ordine del giorno condiviso dalla maggioranza, che ha però scelto di modificare il testo togliendo i riferimenti all’eventuale destinazione per servizi di connettività e di smart city, lasciando al dialogo con il gestore il compito di individuare l’eventuale destinazione di quel che resta delle cabine in città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA