LODI I tablet donati per far parlare malati e parenti erano finiti ai dipendenti

Un’odissea per i dispositivi, che adesso finalmente saranno messi a disposizione della terapia intensiva

Odissea, all’ospedale di Lodi, per i tablet destinati a mettere in comunicazione i pazienti con i loro famigliari. Visto che l’ospedale era ed è ancora chiuso alle visite dei parenti in corsia, a causa della pandemia. Durante la prima ondata epidemica, a metà aprile 2020, l’attuale vice presidente dell’associazione Aira odv di Lodi Pia Zirpolo, ex infermiera dell’ospedale, aveva donato 10 tablet all’Asst.

La rappresentante dell’associazione, che è anche referente regionale per la fibromialgia, aveva partecipato alla mini cerimonia di consegna, insieme a un’operatrice amministrativa e al primario del pronto soccorso di Lodi Stefano Paglia, intervenuto simbolicamente, in rappresentanza anche dei colleghi della terapia intensiva e delle aree mediche, ai quali i dispositivi erano destinati. I tablet però, in quell’occasione, erano stati ritirati dall’azienda per essere configurati, prima della consegna. Solo di recente però, Zirpolo, è venuta a conoscenza del fatto che i tablet erano stati dati ai dipendenti, «in smartworking, per contattare i pazienti prima della visita in ospedale e in un caso a una dottoressa che chiama i disabili a casa» e non invece ai reparti per i quali erano stati pensati, con lo scopo di sollevare dall’isolamento i ricoverati. «L’ho scoperto per caso che non erano andati nelle 3 aree, la settimana scorsa - dice Zirpolo -; per me è stata una grande delusione; allora ho contattato i tecnici dell’Asst. Ho chiesto esplicitamente, e con gentilezza, che mi restituissero i tablet che avevo donato, perché avrei voluto consegnarli personalmente ai reparti. So che in terapia intensiva ne hanno solo uno e servono. L’operatore tecnico che ho contattato è stato molto gentile. Oggi (ieri, ndr) ci siamo messi d’accordo per trovarci in rianimazione. Lui ha chiamato il primario Gianluca Russo e ha fissato l’appuntamento. Insieme abbiamo consegnato 4 tablet, 2 dei quali andranno a Codogno. Non sono quelli che ho donato io, sono altri, ma non importa. L’importante è che i reparti abbiano degli strumenti per far comunicare i pazienti con i loro famigliari». Nei prossimi giorni, l’operatore tecnico «che si è mostrato disponibile, per risolvere comunque le problematiche dei 3 reparti», ha promesso alla vice presidente Zirpolo che incontreranno anche il primario del pronto soccorso Paglia e il primario della pneumologia Giuseppe Cipolla per organizzare con loro la donazione dei restanti 6 tablet. «Per me è stato faticoso - commenta Zirpolo -, ma alla fine ce l’ho fatta. La donazione della nostra associazione, fatta con il cuore, doveva proprio essere finalizzata al bene degli ammalati. Sono felice ora che, grazie alla disponibilità delle persone dell’Asst, le cose siano andate al posto giusto».

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