Lodi: Giornata della Legalità in tribunale

Tutto il personale del palazzo di giustizia alla commemorazione per Falcone e Borsellino e le loro scorte, un ricordo anche per l’ex Procuratore Giovanni Pescarzoli scomparso alla fine della scorsa settimana

Il 23 maggio di 32 anni fa il giudice Giovanni Falcone fu assassinato con mezza tonnellata di tritolo a Capaci, sull’autostrada tra l’aeroporto di Punta Raisi e Palermo, due mesi dopo, il 19 luglio, un altro attentato tolse la vita a un altro giudice palermitano, Paolo Borsellino. Per ricordarli, anche in tribunale a Lodi ieri mattina si è tenuta una cerimonia, cui ha partecipato tutto il personale del palazzo di giustizia, e che è stata l’occasione anche per ricordare Giovanni Pescarzoli, mancato la settimana scorsa a 81 anni, che era stato Procuratore a Lodi dal 2006 al 2010.

Il presidente del tribunale di Lodi Angelo Gin Tibaldi ha voluto ricordare che quelle stragi avevano coinvolto anche altri servitori dello Stato, gli uomini e le donne delle scorte. «Dobbiamo diffondere la cultura della prevenzione e del contrasto di qualsiasi forma di illegalità, di sopruso, di sopraffazione, stimolando il confronto con le giovani generazioni. Le idee di Falcone e Borsellino sono rimaste vive. E per noi che lavoriamo nello Stato è necessario guardare alle loro vite e ispirarsi al loro esempio».

«Quella stagione di stragi, non dimentichiamoci del Pac di Milano e degli Uffizi a Firenze e neppure del fallito attentato a Roma, fu un livello di aggressione criminale allo Stato senza equivalenti in Europa - ha ricordato il Procuratore Maurizio Romanelli -. Per me e i miei collaboratori impegnati nel contrasto alla mafia quei fatti furono ragione di impegno profondo. Ricordiamoci Giovanni Falcone da vivo, che diceva cose che a Palermo non si potevano dire, del tipo “la mafia esiste”. Magari per questa frase lo avrebbero bocciato a qualche test. Oggi, è la mia impressione, siamo in un periodo difficile per la magistratura: dobbiamo assumerci le

nostre responsabilità, metterci la faccia». Romanelli ha infine ricordato Pescarzoli: «Lo conoscevo dal mio primo giorno in magistratura, era una persona di un’umanità incredibile. Era stato anche uno sportivo, nelle giovanili del Napoli, raccontava, gli capitò persino di giocare contro Pelè». Pescarzoli, di cui lunedì scorso si sono celebrati i funerali a Milano, dopo Lodi andò a guidare la Procura generale di Trento. La sua stagione in viale Milano fu quella dello stralcio per “falso in bilancio” del caso Banca Popolare di Lodi - Antonveneta, delle indagini su Rifiutopoli e sull’urbanistica, del crollo del ponte della via Emilia a San Rocco al Porto. Il magistrato non nascose mai l’impressione di aver trovato al suo arrivo a Lodi un clima di chiusura verso le attività degli investigatori.

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