
Lodi, il giallo di piazza Omegna: la verità in un router per Internet?
SEQUESTRATO I carabinieri prelevano l’apparecchio dalla casa dove vivevano zio e nipote indiziati di aver ucciso Roberto Bolzoni il 16 febbraio
Nelle scorse ore i carabinieri hanno notificato il dissequestro dell’appartamento di via Precacesa a Lodi in cui abitavano il 29enne e il suo zio 49enne pregiudicato prima di venire sottoposti a fermo a febbraio perchè indiziati di aver ucciso con decine di coltellate e anche rapinato il 60enne Roberto Bolzoni in piazza Omegna, nella sua auto. La disponibilità della casa alla mamma del primo (e sorella del secondo) è stata concessa dopo che il Ris di Parma ha depositato in Procura l’esito di analisi e rilievi compiuti. Ma i militari se ne sono andati solo dopo aver eseguito un nuovo sequestro: quello del router wi fi di casa che i telefonini dei due indiziati possono aver agganciato, o meno, nelle ore del delitto nella serata dello scorso 16 febbraio. Lasciando forse tracce in un “log” interno. Intanto sul Cittadino in edicola oggi 27 giugno parla Jolanda Bolzoni, sorella della vittima: «Era un buono e si è fidato di persone che non conosceva abbastanza. Chiedo verità e giustizia, chi lo ha ucciso sconti la sua pena fino all’ultimo giorno».
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