Lodi, giallo per un 64ennescomparso da oltre un mese

Da cinque settimane non ci sono più notizie di Albino Quazzoli, un uomo di 64 anni residente a San Fereolo scomparso nel nulla alla metà di marzo. I familiari hanno fatto denuncia ai carabinieri e le ricerche non si sono mai interrotte; ma finora, nonostante gli sforzi, non è stato trovato nemmeno il minimo indizio che possa aiutare a capire dove si trovi l’uomo, padre di due figli ormai grandi e separato dalla moglie.

L’uomo è stato visto per l’ultima volta il 19 marzo scorso, un sabato, nel bar sotto casa. Sembrava tranquillo, doveva andare a controllare gli orari dei pullman (alla Star, vicino alla stazione ferroviaria) per andare a trovare la figlia e i nipotini a Sordio, come faceva abitualmente. Invece da quel momento è scomparso. Dopo pochi giorni, il giovedì, i figli si sono preoccupati, visto che non riuscivano più a contattarlo, e hanno chiamato i carabinieri: questi sono entrati nella sua casa con l’aiuto dei vigili del fuoco, ma di lui non c’era traccia. Il cellulare intanto risultava spento, mentre tutti gli effetti personali dell’uomo erano rimasti nell’abitazione.

All’inizio si era pensato a un allontanamento volontario e temporaneo. Altre volte, infatti, il 64enne per brevi periodi di tempo, al massimo una settimana, si era allontanato da casa per poi fare ritorno. Anche per questo, forse, le ricerche sono partite un po’ in sordina, senza battute nei campi e lungo il corso dei fiumi come succede ogni volta che una persona scompare nel nulla senza un perché: è stata consegnata solo una sua foto a tutte le pattuglie dei carabinieri.

I militari hanno cercato ovunque, nei ricoveri dei senzatetto del Lodigiano e del Sudmilano e nei monasteri. Mentre i familiari hanno perlustrato la zona della Polenghi, dove Albino Quazzoli aveva lavorato prima di andare in pensione pochi anni fa, oltre alla campagna intorno alla città e le sponde del fiume Adda. Ma tutto è stato vano.

Chi lo conosce dice che negli ultimi tempi il 64enne era giù di morale, addirittura depresso, forse perché era rimasto solo (i figli erano usciti di casa per farsi una vita autonoma) e lui aveva dovuto cambiare casa, prendendo in affitto un appartamento più piccolo nello stesso stabile in cui aveva sempre vissuto, in via della Marescalca.

Frequentava il bar sotto casa, ma anche il circolo Archinti di viale Pavia e il circolo San Giuseppe di via Cesare Battisti, dove andava in particolare a giocare a bocce.

«Veniva qui tutti i giorni, sia di mattina che di pomeriggio, soprattutto da quando era in pensione - confermano da viale Pavia -. Era nostro socio e veniva a giocare a carte e per stare in compagnia. Nell’ultimo mese in effetti lo avevamo visto un po’ giù, ma nessuno ha notato qualcosa che facesse pensare a una sua sparizione improvvisa. Dal momento della scomparsa i familiari ci hanno detto solo di chiamarli nel caso lo avessimo visto qui».

Ma in tutte queste settimane di lui nessuno ha avuto notizie. Le ricerche proseguono senza sosta per risolvere questo mistero, a cui nessuno, al momento, riesce a trovare una soluzione o quanto meno una spiegazione.

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