LODI Fumo dai camini della centrale dell’ex Macello, ma si tratta solo di test

L’impianto è stato attivato, ma non è stato ancora necessario metterlo in funzione per le necessità del teleriscalamento cittadino

Via ai test alla centrale del teleriscaldamento dell’ex Macello di via Vecchio Bersaglio a Lodi. Dai camini di fronte al palazzo di giustizia si vedono uscire colonne di fumo, ma si tratta solo di prove. Lo ha confermato lunedì l’azienda A2A che ha attivato l’impianto, ma non è stato ancora necessario metterlo in funzione per le necessità del teleriscalamento cittadino.

La centrale dell’ex Macello è infatti un sistema di supporto che entra in servizio solo in caso di picchi di consumo, che nonostante le temperature rigide degli ultimi giorni il sistema ordinario è riuscito a compensare. Si tratta di un modello costruito con «soluzioni che garantiscono l’assoluta compatibilità con l’ambiente circostante», informa il gestore, la multiservizi A2A. Che ha precisato, rispondendo alle tante polemiche che questa realizzazione ha suscitato: «La società ha previsto uno studio specifico e il monitoraggio periodico delle emissioni da parte di un laboratorio esterno qualificato, un progetto di inserimento paesaggistico in via di realizzazione e uno studio sulle prospettive e opportunità per la decarbonizzazione del sistema di teleriscaldamento di Lodi». Quindi ha presentato un aggiornamento sulla situazione attuale: «Ad oggi, la centrale è stata attivata per i test previsti dalla normativa; alla luce del completamento di tali attività preliminari l’utilizzo dell’impianto è previsto nel corso della stagione termica sulla base delle esigenze di integrazione del calore necessarie al fabbisogno della rete cittadina».

Intanto il circolo di Legambiente Lodiverde va alla carica e chiede di mandare in soffitta un impianto ritenuto vecchio e troppo inquinante. « Pessimo modo per chiudere l’anno a Lodi. Speravamo che A2A, dopo aver rilevato la gestione della rete dalla controllata Linea Green, derubricasse il ruolo dell’inutile caldaia a gas da 20 Megawatt del tribunale, a ridosso del centro. Contavamo in nuovi progetti, che ci erano stati promessi nell’incontro che si è tenuto a Lodi nella sede A2A a luglio», sottolinea Andrea Sari, presidente del circolo di Lodiverde. E Andrea Poggio, dirigente nazionale dell’associazione contesta apertamente l’azienda: «Ci sentiamo ingannati da A2A. A noi si promettono di studiare nuovi programmi e nuove tecnologie per il teleriscaldamento, a livello nazionale con A2A firmiamo protocolli di consultazione per risolvere con scienza e competenza i problemi di impatto ambientale e sociale delle vecchie tecnologie. Ma poi si avvia una caldaia a gas con tecnologie dell’altro secolo e si promettono studi per un lontano futuro, studi per continuare ad usare una rete di teleriscaldamento ad alta temperatura ormai obsoleta». Una partita destinata ad aprire anche un fronte politico.

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