Lodi, fumata nera per l’Inps

Nessuna “fumata bianca” per la vendita degli immobili del Broletto. Nonostante i diversi tentativi, non riesce la trattativa privata per vendere il palazzo Inps di via Besana (il valore di stima per l’immobile era stato di 7 milioni e 800mila euro). Ieri è stata fissata un’altra occasione per presentare offerte, ma è andata a vuoto.

L’esito è stato spiegato dall’assessore al patrimonio del comune di Lodi, Enrico Brunetti: «Così come nella prima fase della procedura, anche nel corso di questa seconda fase della trattativa privata per la vendita dell’immobile di via Besana, che attualmente ospita la sede provinciale dell’Inps, abbiamo registrato più manifestazioni di interesse, da parte di investitori che sembrano effettivamente orientati a presentare offerte. Si tratta di contatti concreti, che data l’entità economica dell’investimento necessitano da una parte di ulteriori approfondimenti e dall’altra di tempi adeguati per formalizzare le proposte di acquisto, per cui procederemo nella valutazione di queste ipotesi».

Nei prossimi giorni è stato anche organizzato un sopralluogo di un possibile compratore in via Besana, ma al momento la compravendita non è stata sbloccata.

Discorso analogo per l’asilo di via Volturno (1 milione e 650mila di stima di base): anch’esso proposto per la vendita, ma senza successo. Nelle scorse settimane era stata presentata un’offerta, ma era stata ritenuta non coerente alla soglia minima accettabile. Di fronte a questa situazione, il comune di Lodi ha ora annunciato che proseguirà con gli sforzi per piazzare sul mercato i due beni, che sono parte del suo patrimonio. Ma il tempo stringe. La manovra delle alienazioni è stata infatti pensata per rispettare i criteri del Patto di stabilità, ovvero i vincoli di bilancio fissati dallo Stato. La scadenza, per misurare eventuali “scostamenti” dagli obiettivi fissati per i conti dell’ente, è fissata al 31 dicembre. Manca quindi un mese per portare a termine la vendita degli immobili o per studiare soluzioni alternative. E scongiurare così le sanzioni finanziarie che scatterebbero per il mancato rispetto dei criteri del Patto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA