Lodi, in fuga dall’opposizione

Campioni di trasformismo e traditori del mandato elettorale. Così l’opposizione reagisce di fronte alla nascita di una “federazione di liste civiche” a sostegno del sindaco Simone Uggetti. Della squadra fanno parte Gianpaolo Colizzi (Nel solco di Guerini), Giovanni Ghizzoni (Impegno per Lodi), Francesco Milanesi e Gianfranca Santantonio (Primavera Lodigiana). A parte Colizzi, tutti gli altri sono entrati da poco tra le fila della maggioranza. Dopo l’annuncio ufficiale, ieri il bersaglio è diventato Milanesi: Forza Italia, Lega nord, liste Cominetti e Cinque Stelle chiedono le sue dimissioni da vicepresidente del consiglio comunale, un ruolo solitamente riservato a un esponente dell’opposizione.

«Meglio soli che mal accompagnati - dice Alberto Segalini (Lega nord) -. Chi è eletto deve avere il pudore di restare sulle sue posizioni. Siamo stufi di sentire motivazioni banali, come “per il bene della città”. Il bene della città si fa anche all’opposizione. Chiediamo le dimissioni di Milanesi». Lorenzo Maggi (Forza Italia) definisce il “patto civico” «una riunione di voltagabbana». E aggiunge: «Con Colizzi vanno tutti i trasformisti e i traditori del mandato. Emblematico il percorso di Milanesi, da una lista di under 30 a un socialdemocratico della Prima Repubblica. Si dimetta, come aveva fatto Ghizzoni da vice della commissione istruzione».

Giuliana Cominetti è convinta che questa sia una mossa ben precisa in vista delle prossime elezioni: «Poi faranno un “listone” dove tutti si salveranno - dichiara -. La smettano di nominare però questo benedetto programma, perché erano tutti diversi da quello di Uggetti. Si sono fatti la guerra e poi sono andati a braccetto. Ancora una volta Lodi Comune Solidale resta muta. Milanesi, per coerenza, dovrebbe dimettersi».

Più che un patto civico, per i Cinque Stelle di Luca Degano questo è «un mediocre rimpasto». «Dopo mesi di corteggiamento, puntualmente smentito, Milanesi, Santantonio, Tadi e Ghizzoni alla fine hanno ufficializzato il loro patto con la maggioranza. Destra e sinistra oramai non esistono più. Esiste solo un’accozzaglia di opportunisti disposti perfino a tradire il voto popolare pur di avere un briciolo di potere. Mesi di campagne elettorali, a spese dei contribuenti, in cui si attaccavano a vicenda per convincere i cittadini a votarli perchè “loro” avrebbero governato meglio “degli altri”. Ora invece stanno tutti insieme nella stessa maggioranza guidata dal Pd».

Ecco perché il movimento chiede subito a Milanesi di lasciare la vicepresidenza.

Per Michela Sfondrini (Sel) ci si trova davanti, ironicamente parlando, quasi a un’operazione di magia: «Ci spieghi Ghizzoni com’è possibile che la maggioranza non subisca un “bilanciamento al centro” dopo l’ingresso di uomini di centrodestra - lui e Tadi – e di una lista civica che si è candidata come alternativa alla coalizione (allora) di centrosinistra. E ci dica Milanesi, dopo avere accusato Tadi di incoerenza (quando diventò assessore, ndr), dove sia la sua. Noi non ne vediamo traccia. Per non dire del riferimento che questi “prodi federati” fanno al programma “aggiornato”; in effetti sarebbe stato meno elegante definirsi artefici di una manovra di trasformismo politico, in perfetto stile “tutti dentro” ma in nome di una non meglio definita “concretezza”. Ma, del resto, siamo di fronte ai “giochi di prestigio” che al presidente Colizzi ancora riescono perfettamente».

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