Lodi: la Finanza blocca 9,4 milioni di crediti d’imposta

DENUNCIATO UN 50ENNE Formalmente titolare di un’impresa edile, ne avrebbe create altre sette “fantasma” per fare falsi investimenti nel Sud Italia

I Finanzieri del Comando provinciale di Lodi, nell’ambito di una più ampia attività di polizia economico-finanziaria volta a individuare le posizioni sintomatiche di scarsa affidabilità fiscale, condotta anche con l’ausilio delle banche dati, hanno scoperto un’ingente frode nel settore dei crediti d’imposta, strumenti di agevolazione fiscale per le imprese, che consentono di ridurre l’imposta da pagare sui propri utili netti. In particolare, le attività investigative, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Lodi, condotte nei confronti di otto società aventi il medesimo rappresentante legale, si sono concentrate sul corretto utilizzo delle agevolazioni previste dalla legge di Stabilità del 2016, che ha introdotto un credito di imposta a favore delle imprese che effettuano l’acquisizione di beni strumentali, facenti parte di un progetto di investimento iniziale e destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. La ratio della norma è di sostenere e incentivare gli investimenti e la produttività nelle regioni del sud Italia e renderle maggiormente competitive. zone da sviluppare per bandi europei,

Le indagini hanno permesso di accertare che tutte le società controllate, tutte di minime dimensioni o anche con zero fatturato e operanti nel settore dei lavori edili, hanno richiesto nel 2024 la fruizione di crediti d’imposta per oltre 9,4 milioni di euro per presunti investimenti nel Mezzogiorno, per un totale di circa 22 milioni di euro. I finanzieri hanno quindi eseguito sopralluoghi nei siti produttivi in relazione ai quali sono state richieste e ottenute le agevolazioni fiscali (situati nel Mezzogiorno), ed è emerso che gli stessi erano totalmente inesistenti (talvolta i siti dichiarati coincidevano con le abitazioni di privati cittadini che appaiono al momento del tutto ignari al meccanismo fraudolento) e in nessun caso sono stati rinvenuti elementi riconducibili alle società richiedenti il credito d’imposta.

Per scongiurare l’uso indebito di tali ingenti crediti, attraverso ulteriori cessioni o rimborsi, è stato richiesto e ottenuto il “nulla osta” dall’Autorità giudiziaria e i crediti fasulli, attraverso la procedura di sospensione dei modelli F24, sono stati bloccati con segnalazioni agli uffici finanziari competenti. in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.

Questa procedura è un efficace e incisivo strumento che consente di intervenire prima che il danno alle casse dell’Erario si sia concretamente realizzato mediante l’indebita compensazione e tutelare, quindi, il corretto versamento degli oneri tributari e contributivi.

Il rappresentante legale delle otto società, un imprenditore 50enne lombardo non residente in provincia di Lodi, e già indagato in passato per reati fiscali, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Lodi per il reato previsto e punito dall’articolo 640bis del codice penale (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche). Le partire Iva sono state immediatamente sospese.

Il contrasto alle frodi in materia di crediti è finalizzato a garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese attraverso un’efficace e integrata azione repressiva e preventiva, basata sulla constatazione delle indebite compensazioni, sul sequestro preventivo dei crediti d’imposta fittizi e sulla segnalazione per la sospensione delle deleghe di pagamento contenenti falsi crediti d’imposta. La responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

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