LODI Faustina, fioccano le lamentele per il degrado: «Il parcheggio è terra di nessuno»

Tutta la zona dei campi sportivi merita da anni un piano di riqualificazione

Si alza un coro di lamentele dagli utenti della piscina per la situazione del parcheggio della struttura e di via Piermarini.

La strada che porta al Palazzetto dello sport, infatti, subito dopo la nuova rotatoria di via Zalli, è sempre presa d’assalto dalle automobili parcheggiate tra gli alberi: il terreno, reso molle dalla pioggia, è ormai quasi impraticabile, e il bel viale alberato è diventato un parcheggio pieno di avvallamenti, segni di pneumatici, pozzanghere e fango.

Il parcheggio costruito per la struttura, evidentemente, risulta inadeguato per il numero di utenti, tanto che molte vetture non trovano posto. Invece di utilizzare il parcheggio presso il piazzale degli Sport (che è diviso dalla piscina da una stradina di alcune centinaia di metri), gli automobilisti lasciano le automobili lungo l’ampio viale dove, nonostante la larghezza, non sono mai stati pensati degli spazi strutturati per accogliere le vetture.

La situazione è così da sempre, ma è peggiorata dalla mancanza di manutenzione, negli ultimi anni, della staccionata di legno che delimita le strade interne all’area della Faustina.

I pali di legno sono rotti in più punti, la situazione è stata rattoppata alla bell’e meglio con delle transenne, ci sono cartelli di divieto di transito lasciati lì da chissà quanto. E tutto, nella stagione invernale così grigia e nebbiosa, consegna ai passanti e agli utenti della piscina e dei campi sportivi un senso di abbandono particolarmente fastidioso. Senza contare i cinque alberi che, secondo l’elenco più aggiornato fornito dal Comune, sono «deperienti» (tre) o morti (due), e peraltro da abbattere

Ad esempio, la piccola via che collega i due parcheggi, dove vige anche il divieto di fermata (peraltro, spesso ignorato, tanto che non di rado si trovano auto ferme sulla banchina cedevole), è costeggiata da un campo di sterpaglie, diviso da una serie di transenne da cantiere, che evidentemente dovevano essere provvisorie, ma che sono rimaste lì per anni, mangiate dalle piante rampicanti e ormai praticamente inglobate nello spazio vuoto.

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