Lodi Export è tornata alla fiera di Dubai

Tutto ricomincia dove era stato stato lasciato il 19 febbraio 2020: «Là le vaccinazioni sono molto più avanti e quasi tutto è già stato riaperto»

Lodi Export e le ditte lodigiane riprendono l’attività fieristica là da dove l’avevano lasciata un anno fa. L’ultima partecipazione a una fiera era stata a febbraio 2020 (con rientro il giorno prima della scoperta del paziente 1) quella a Dubai per Gulfood, dedicata al settore agro-alimentare, e la settimana scorsa una delegazione lodigiana ha partecipato di nuovo a quella fiera, edizione 2021, la prima uscita a oltre un anno di distanza. «Piccolo segnale di tentativo di normalità e di ripresa», commenta il direttore di Lodi Export Fabio Milella. Con il Consorzio Lodi Export sono state in Fiera due aziende socie, il colosso del pomodoro Solana e la cremasca Alinor, che produce bevande vegetali.

A rendere possibile la partecipazione alla Fiera sono le condizioni richieste per andare negli Emirati Arabi, dove la vaccinazione è più avanti. «A Dubai la situazione epidemiologica è sotto controllo e il clima che si respira è molto diverso che da noi – spiega Milella -. Alberghi, ristoranti, palestre, cinema, musei e parchi ricreativi sono regolarmente aperti, pur con qualche limitazione. La gente porta ancora le mascherine, ma può riunirsi e spostarsi liberamente. Con un massimo di 120 ore in territorio arabo, è possibile fare rientro in Italia senza obbligo di quarantena, anche se con tutti i tamponi del caso. Il sistema fieristico è ripartito anche in tutta l’area asiatica, ma in quel caso una partecipazione obbliga a isolamento preventivo e a posteriori, di fatto bloccando le persone per una trentina di giorni, e questo è il motivo per cui non si partecipa».

La Fiera di Dubai ha avuto anche un’ottima partecipazione. «Non avevamo grandi aspettative, ma fin dal primo impatto l’impressione non è stata quella di trovarci in mezzo al vuoto, anzi – conclude Milella -. Ci sono state buone rappresentanze da tutto il mondo e i contatti avuti sono stati minori rispetto al passato, ma comunque qualificati. Dopo questa esperienza, siamo ancora più convinti della necessità per le ditte e per le persone di potersi ritrovare in presenza, pur con delle ragionevoli precauzioni. La sbornia digitale ha dato luogo ad un bombardamento di proposte e creato parecchia confusione sul mercato. Il futuro è in un riequilibrio dei canali, fisico e digitale, con quest’ultimo che sarà fondamentale soprattutto nel sostenere le relazioni e le trattative avviate nelle fiere e negli appuntamenti in presenza».

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