LODI Ex Linificio: respinta dal Tar la richiesta di sospensiva per il polo della cultura, il progetto per ora è “salvo”

Il Broletto tira dritto per non perdere i fondi, il giudizio di merito è atteso per il prossimo 23 novembre

Il risultato è che per ora il nuovo polo culturale all’ex Linificio di piazzale Forni è “salvo”. E può essere onorato almeno il primo e tassativo impegno legato al contributo monster del Pnrr da 18,4 milioni di euro, ovvero la stipula del contratto per i lavori entro il 30 luglio, pena l’attivazione dei meccanismi di revoca del finanziamento. Respinta ieri dal Tar della Lombardia la richiesta di sospensiva presentata, in un ricorso, dall’impresa Consorzio Leonardo Servizi e Lavori, esclusa dalla procedura di gara allestita dal Broletto. E rimandato il giudizio di merito al prossimo 23 novembre, quando - si presume - il cantiere per la trasformazione dell’ex sito produttivo in nuovo polo culturale sarà già avviato.

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L’appalto - con un importo contrattuale da poco più di 18 milioni e 407mila euro - era stato aggiudicato all’impresa Ricci spa di Roma, ma poco dopo Consorzio Leonardo Servizi e Lavori aveva deciso di bussare alle porte del Tar della Lombardia contestando il provvedimento di esclusione dalla gara, motivato, dalla commissione giudicatrice, dal fatto che la ricorrente avesse inserito nella busta B anche documentazione che avrebbe dovuto essere inserita nella busta C, nonostante la richiesta di chiarimenti e la risposta fornita dalla stazione appaltante. Il Tar ieri ha respinto la domanda cautelare formulata da Consorzio Leonardo e, da una prima ricostruzione dei fatti giuridici - in cui il Comune è assistito dallo studio legale Vilde di Milano (di cui fa parte l’avvocato Riccardo Villata, docente di diritto amministrativo all’Università degli Studi di Milano), i motivi di censura citati dal ricorrente non appaiono supportati da sufficiente “fumus boni iuris”, in quanto la previsione della “lex specialis” - oggetto di puntuale chiarimento - secondo la quale i criteri di valutazione suscettibili di accertamento automatico dovessero essere inseriti “a pena di esclusione nella busta dell’offerta economico-quantitativa”, appare legittima e coerente rispetto alla necessità che “la commissione giudicatrice non conosca, in sede di valutazione discrezionale dell’offerta tecnica, quella che è un’offerta soggetta ad automatismo di valutazione”.

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Sempre da un primo esame della decisione, sembra apparire come prevalente l’interesse dell’ente pubblico, anche considerato che si tratta di opera finanziato con fondi Pnrr.

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