Lodi, ennesimo saccheggio di un bar

Un’altra razzia “devastante”, di quelle che oltre a spaccarti letteralmente il locale, depredandolo di ogni bene, ti piegano le ginocchia. E ti fanno venire voglia di mollare tutto. È la spiacevole situazione in cui si ritrovano il bar tabaccheria G.V., in via Ada Negri, e il suo titolare Vincenzo Graziano, vittime nelle primissime ore di ieri del secondo “saccheggio” nel giro di tre mesi. Ai primi di gennaio, infatti, dal bar erano sparite sigarette, Gratta e Vinci, incassi delle slot machine, vini e liquori per la clamorosa cifra di 35mila euro.

Questa volta, la razzia ha fruttato un po’ meno, ma la cifra resta impressionante: «Circa 15mila o 16mila euro», spiega il signor Graziano che, assunta la gestione del locale poco più di un anno fa, è talmente frustrato per le disavventure piovutegli sulla testa da meditare seriamente di cambiare vita. Dopo il maxi furto di gennaio, l’esercente aveva provato a prendere rimedi, rinforzando le difese del bar. Ma i ladri, entrati in azione attorno alle 2.30, non se ne sono fatti cura. Tanto da agire nello stesso modo del primo colpo, passando dal retro, con furia distruttrice da cavallette, sia nel farsi strada verso il bottino, sia nel ripulire il locale di beni e contanti.

«Hanno spaccato sia la porta sul retro che quella del magazzino delle sigarette: l’avevo rinforzata con dei catenacci, ma purtroppo non è servito a nulla - racconta Vincenzo Graziano -. I danni? Per fortuna sono un po’ più contenuti dell’altra volta, ma sempre ingenti: novemila euro di sigarette, quattromila dai videopoker, duemila euro di Gratta e vinci, oltre a tutto quello che hanno spaccato. Quando sono arrivato, ricevuto l’allarme, le forze dell’ordine erano già sul posto: hanno detto di averci messo solo 8 minuti, dalla segnalazione, ma non c’era più nessuno. E nessuno, anche tra i vicini, ha visto nulla».

Alla conta dei danni, nella frustrazione del commerciante, si somma un senso di impotenza collettivo. Tanto che, lasciato il suo lavoro di artigiano edile per entrare nel settore della ristorazione, la tentazione di cambiare nuovamente strada è forte in queste ore: «È un vero disastro, il bar lavora, ma queste cose ti tagliano le gambe, anche perché l’assicurazione non ti ripaga di tutti i danni - si sfoga Vincenzo Graziano -. E a Lodi è un continuo di questi episodi, un autentico “cancro”, senza che nessuno riesca a trovare un rimedio. Sinceramente sono stufo: se ne avessi l’occasione, il bar lo venderei. Magari me ne andrei all’estero, dove ci saranno altri problemi, ma non questi. La mia vita è peggiorata, e non posso più andare avanti così». Ieri pomeriggio, la saracinesca era tristemente abbassata; la speranza dei negozianti vicini e dei residenti è che possa rialzarsi al più presto.

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