Lodi, è stata una settimana in trincea tra rogge e fiumi per la piena dell'Adda

Il racconto del direttore del Consorzio Muzza. E le polemiche in Broletto per la mancata comunicazione della situazione di potenziale allarme

«Avevamo previsto un picco del livello dell’Adda a Lodi tra 1,8 e 2 metri sullo zero idrometrico al ponte e il dato effettivo è stato di 189: il maltempo non ci ha presi alla sprovvista. Anche se effettivamente ci sono state delle differenze rispetto alle precipitazioni attese». Il direttore del Consorzio Bonifica Muzza – Bassa Lodigiana ingegner Marco Chiesa fa il punto dopo una settimana nella quale «alcuni dei nostri tecnici hanno fatto due notti di fila in piedi». E aggiunge: «Nell’Adda, dopo il lago, confluisce il Brembo, ma dobbiamo tenere conto anche che nella Muzza a Lavagna di Comazzo entrano il Molgora e la Trobbia. Le nostre previsioni partono dal meteo: 48 ore prima sappiamo se pioverà, 24 ore prima quanto, e quando i corsi d’acqua si riempiono siamo in grado di prevedere come procederà il deflusso – prosegue Chiesa -. Tenendo d’occhio Alpi e Prealpi, e non solo l’area di competenza del Consorzio. Per dare un’idea di cosa è successo all’Adda a cavallo di Ognissanti, abbiamo avuto un doppio colmo di piena del Brembo che è arrivato a 5,06 metri sul suo zero idrometrico e ha comportato altrettanti colmi di piena dell’Adda, che è arrivata a Lodi a una portata di 1.350 metri cubi al secondo. Il lago di Como è arrivato a 660 mc/s i deflusso, il Brembo a 600 circa. Per fare un paragone, la stima della piena storica, con pesanti esondazioni, del 2002, è di oltre 2mila metri cubi al secondo a Lodi, dove il livello massimo del fiume sullo zero era stato di 3,42».

Ma le acque limacciose del fiume hanno agitato anche la politica in Comune: il sindaco Andrea Furegato osserva che «complessivamente oggi la città ha un livello di sicurezza notevole, anche se il rischio zero non esiste. E quello che è accaduto nei giorni scorsi è la conferma che il piano di Protezione civile è rodato e funziona, grazie all’azione di tutti i protagonisti coinvolti». Il primo cittadino ringrazia tutti, dai volontari della Protezione civile al Consorzio Muzza, per il notevole impegno profuso e ricorda che all’appello, sul fronte della sicurezza idraulica, mancano le finiture all’impianto della Molina, le difese spondali alla Canottieri, il completamento dell’argine del Revellino, e che nell’agenda di Aipo c’è anche l’apertura di una nuova arcata del ponte Bonaparte.

Dall’opposizione invece la capogruppo della Lega in consiglio Eleonora Ferri sottolinea che «l’impianto di sollevamento della Molina, a due anni dalla conclusione, ancora non è attivo e la comunicazione del Comune è stata quantomeno lacunosa. L’amministrazione forse deve rivedere qualcosa nelle emergenze».

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