Lodi è ancora la “capitale” dei tumori

Oltre tremila nuovi casi in due anni, soprattutto a seno e polmoni

Oltre 3mila e 100 nuovi casi di tumore in due anni. Con un record di ammalati per polmone e mammella. I dati migliori, invece, sono quelli che riguardano la prostata, cervice uterina e collo dell’utero. Sono stati presentati ieri mattina, all’Asl di Pavia, i primi dati del registro tumori realizzato dall’Asl pavese, in collaborazione con quella di Lodi e l’istituto tumori di Milano. A studiarli sono stati Cesare Fratti e Giovanna Tagliabue di Pavia, insieme a Giovanni Marazza di Lodi.

Tra 2003 e 2004, in entrambi i territori di riferimento, i casi incidenti di tumore, cioè quelli nuovi, sono stati 11mila 414: 8.270 in provincia di Pavia e 3.144 nel Lodigiano, di cui 1.767 fra i maschi e 1.377 femmine. La nostra provincia è quella con il numero più alto di casi di cancro.

Nella tabella che fa la sintesi di tutti i tumori, tra i maschi del Lodigiano si calcolano 450 casi ogni 100mila abitanti, contro i 430 di Como, i 340 della media italiana, i 380 di Pavia e i 350 di Milano città. Tra le femmine, la situazione va un po’ meglio: se la media italiana è di 260 ammalati circa ogni 100mila persone, le donne ammalate di Lodi sono 300 ogni 100mila, solo un pochino in più di Como, mentre a Pavia i casi sono 290.

Il quadro diventa drammatico quando si parla di tumori al polmone tra i maschi. A Lodi si registra un vero e proprio boom: 75 casi per 100mila, contro i 65 di Pavia, i 54 della media italiana, più o meno simili a Como e Milano città, mentre a Varese, il tasso sale a 60.

Tra le femmine, come sempre, la situazione va meglio, anche se, insieme alle donne di Milano città, anche in questo caso le donne vantano il primato con il tasso di 18 contro quello italiano di 15. Un altro dato che spaventa è quello della mammella, oggetto di screening: un tasso di 104 per 100mila, contro la media italiana ferma a 87, 5, Pavia a 97 e Varese a 98. Altro record, solo tra i maschi per quanto riguarda il tumore del retto. A Lodi il tasso è di 16,5, poco più di Pavia, mentre la media italiana è di 13. Nelle femmine lodigiane, invece, il tasso lodigiano è di 9 per 100mila, mentre Pavia supera Lodi attestandosi a 12.

Il record del Lodigiano si abbassa, invece, per quanto riguarda il tumore alla prostata, al colon, alla cervice uterina e al corpo dell’utero. Per quanto riguarda il primo tipo di tumore il record spetta a Varese (90), mentre Lodi, assimilabile a Pavia e alla media italiana, si ferma a 61. Varese si guadagna il record anche per quanto riguarda il tumore al colon nella classe maschile (33 per 100mila), mentre Lodi segna un tasso di 31. Peggiori, invece, sono i dati della classe femminile: a Lodi (22) spetta il record insieme alla provincia di Como, con un tasso più alto della media italiana (20). Per quanto concerne il cancro alla cervice uterina, oggetto di screening, Lodi fa un figurone (4 per 100mila), insieme a Varese, mentre la media italiana è 5,8 e Pavia sale a 7. Bene anche il tumore al corpo dell’utero che si attesta a 10 per 100mila, contro il 16 di Varese, l’11,5 di Pavia e la media italiana di 12,5. I dati sul primato confermano tutte le ricerche pubblicate in passato.

«Per la prima volta però - commenta il responsabile del dipartimento oncologico Giovanni Ucci, esponente del comitato scientifico del convegno insieme ad Antonio Nava e alla direttrice sanitaria Maria Grazia Silvestri - abbiamo dei dati che sono al massimo della scientificità, cioè controllati, standardizzati e comparati esattamente con quelli delle altre province. Non si può dire che non sono statisticamente significativi perché Lodi è una provincia piccola. Per la prima volta possiamo dire con certezza ai maschi lodigiani che non devono più fumare. Il gap così alto nel tumore al polmone tra noi e le altre province (20 punti in più rispetto alla media italiana tra gli uomini, ndr) non può che essere individuato lì. Se la differenza fosse più bassa, allora si potrebbe parlare anche di inquinamento, ma così, non ho dubbi. L’80 per cento dei tumori al polmone è determinato dal tabacco». Ucci poi ha auspicato una collaborazione maggiore degli ospedali con le Asl per quanto riguarda la cura dei tumori, portando ad esempio di collaborazione virtuosa proprio il Lodigiano. «Nel 2011 - spiega Fratti - verranno analizzati i casi incidenti del 2005 e del 2006, nel 2012, i casi che vanno dal 2007 al 2009 e nel 2013 i casi contati tra 2010 e 2012». «A fianco del registro tumori che rileva l’incidenza e la sopravvivenza delle patologie tumorali - annuncia invece Carlo Cerra - l’Asl di Pavia, di Lodi e di Melegnano hanno avviato, insieme il “progetto oncare” per valutare se lo stato di salute è rimasto invariato negli anni».

Cristina Vercellone

© RIPRODUZIONE RISERVATA