Lodi, dopo la retata a scuolaarriva il divieto di fumare

«Vieteremo di fumare in tutta la scuola»: medita misure drastiche la preside dell’Itis Volta Luciana Tonarelli dopo l’arresto di quattro studenti, da parte della guardia di finanza, per l’ipotesi di reato di spaccio di hascisc, marihuana e cocaina. Due gli etti di droga sequestrati dai militari del nucleo di polizia tributaria nel corso delle indagini, che erano partite durante le scorse vacanze estive, fuori dalla scuola e avevano documentato con i filmati dello Scico fumate di gruppo, con 10 o 20 studenti alla volta che si passavano spinelli nel giardino della scuola durante l’intervallo. Arrestato anche un barista 25enne che secondo le indagini aveva quasi libero accesso all’istituto.

«Gli studenti sono sotto shock per quanto accaduto - osserva la preside - forse non si rendevano conto che si stava commettendo un reato così grave. Questa scuola conta 1.300 studenti, il problema è che la droga è ovunque, in altre scuole così come in tanti luoghi di aggregazione giovanile. Mi dicono che basta passare dalla stazione ferroviaria di Lodi per trovare più di uno spacciatore. Il fenomeno però interessa una minoranza di ragazzi».

Venerdì in consiglio d’istituto si parlerà anche della “retata” e la dirigenza non esclude ripercussioni sul voto di condotta per gli arrestati, uno dei quali ha già potuto tornare in classe, in attesa del giudizio da parte del tribunale per i minorenni di Milano. «Le cose sono già cambiate - spiega la preside: teniamo i cancelli d’ingresso il più possibile chiusi e ci sono insegnanti responsabili per i ragazzi durante l’intervallo. Ma la scuola è ampia e, soprattutto sul retro, non escludiamo che qualcuno possa entrare e uscire dalla recinzione». All’Itis si è pensato anche a sistemi di telecamere: «Potrebbero diventare un progetto didattico di elettronica, ma c’è il problema della privacy», rifletta la preside. Per la quale, comunque, il problema della prevenzione non trova comunque risposte facili: «Abbiamo fatto iniziative con gli esperti del Servizio dipendenze, parliamo di droga, ma la scuola non può sostituirsi alle famiglie. Pensiamo anche di portare i militari della guardia di finanza in classe per spiegare che le sanzioni sono pesantissime. Da investigatori hanno avuto tutta la nostra collaborazione e hanno lavorato in modo ineccepibile, ma sono amareggiata dall’esito dell’operazione, perché ha delineato un’entità del fenomeno che probabilmente tante famiglie per prime non vedono o fanno finta di non vedere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA