LODI Cresce la protesta per l’arrivo di Piantedosi

«Si ritiri l’invito al ministro invitandolo a far pubblicamente ammenda delle parole dette sulla tragedia di Cutro». Previsto un presidio in piazza

Continuano le contestazioni per l’arrivo a Lodi di Matteo Piantedosi. Il ministro dell’Interno è atteso il 6 marzo, alle 16.15, per l’inaugurazione del posto di polizia in Pronto soccorso e alle 17 per i festeggiamenti dei 30 anni della Provincia.

Le dichiarazioni del ministro Piantedosi (“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”), però, all’indomani della terribile tragedia di Cutro, nella quale hanno perso la vita in mare oltre 60 persone e molti bambini, hanno scatenato reazioni avverse da più parti.

Trenta persone hanno firmato un documento nel quale chiedono che la Provincia di Lodi ritiri il suo invito alle celebrazioni per il trentennale.

La stessa richiesta è arrivata, in una lettera, da Lele Maffi, consigliere provinciale negli anni 1995-1999.

«Si ritiri l’invito al ministro invitandolo a far pubblicamente e sinceramente, senza ambiguità, ammenda delle parole dette - annuncia -. Lo deve a vittime e superstiti e alle loro famiglie, ma anche al giuramento di fedeltà alla Costituzione pronunciato al momento della sua nomina. Se ciò avverrà sarò lieto di partecipare alle iniziative. In caso contrario declinerò l’invito e, attraverso questa lettera e non solo, chiederò ad altri amministratori di disertare le celebrazioni del trentennale, manifestando in questo modo il loro dissenso, umano prima ancora che politico, verso le indegne parole del ministro Piantedosi».

In queste ore è stato promosso, inoltre, dal Lodigiano contro le discriminazioni, con l’adesione di altre associazioni, tra le quali la categoria Nidil Cgil, un presidio che si terrà dalle 16 alle 18 tra la piazza e palazzo Broletto e non più di fronte alla Prefettura come previsto inizialmente.

«L’ultima tragedia dell’emigrazione avvenuta a Cutro - commenta il Lodigiano contro e discriminazioni - non può lasciarci indifferenti, e non assisteremo silenti e dolenti al dispiegarsi delle politiche governative contro chi soccorre e salva vite in mare, contro chi fugge da guerre, fame, violenze e siccità sperando di trovare rifugio ed accoglienza nel nostro continente, contro chi è già nel nostro paese, magari da anni, ed ancora vive una condizione di clandestinità e di sfruttamento.

Questa guerra contro la solidarietà e la speranza fatta in nome di una malintesa necessità di “difendere i confini” non la accettiamo e non la condividiamo, anche perché non esiste una minaccia reale dalla quale difendersi, ma esiste invece un processo storico di portata enorme che occorre governare, indagare, affrontare. L’emigrazione dai paesi poveri verso quelli ricchi è sempre esistita, la demografia ci dice che nei prossimi trent’anni in Italia verranno a mancare oltre 4 milioni di lavoratrici e lavoratori, e questo significa che abbiamo bisogno di almeno 130mila nuovi cittadini all’anno per mantenere stabile il numero degli abitanti, e per garantire la tenuta produttiva, previdenziale e sociale del nostro paese.

Oltretutto il flusso maggiore di profughi e migranti arriva da paesi, quali Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, prima distrutti e poi abbandonati al proprio destino da noi occidentali, oppure da paesi dell’Africa sub sahariana devastati da guerre per le materie prime e da crisi ambientali alle quali il nostro continente non è estraneo.

Per dire tutto questo, per protestare contro il cinismo e la violenza delle politiche governative su migranti ed accoglienza, per salutare il Ministro dell’interno Piantedosi ci troviamo il piazza, tra le 16 e le 18».

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