LODI Cresce la cardiologia: boom di prestazioni per l’equipe di Mazzarotto

«Nel 2021, in controtendenza rispetto agli effetti della crisi pandemica, le procedure di emodinamica sono state incrementate del 25 per cento, nonostante gli emodinamisti siano di meno»

Cresce la cardiologia dell’Asst di Lodi. A dirlo i numeri.

«Nel 2021, in controtendenza rispetto agli effetti della crisi pandemica - spiega l’Asst in una nota -, le procedure di emodinamica sono state incrementate del 25 per cento, seppur contando su un numero inferiore di emodinamisti rispetto al passato. Questo dato, unitamente alla tradizionale competenza nelle procedure ad alta complessità e all’introduzione dei nuovi interventi, ha dimostrato una ulteriore capacità di sviluppo di un settore cardiologico già molto qualificato».

Per quanto riguarda le prestazioni cardiologiche ambulatoriali, in particolare gli ecocardiogrammi, nel periodo preso a riferimento da gennaio a settembre nella Asst di Lodi ne sono stati effettuati complessivamente (ambulatori, prestazioni interne e di Pronto soccorso) 2379 nel 2020, 3601 nel 2021 e 4563 nel 2022.

Anche gli elettrocardiogrammi, sempre per lo stesso periodo di riferimento e per le stesse categorie di pazienti, hanno fatto registrare un aumento significativo passando da 28366 nel 2020 e 31712 nel 2021 agli attuali 34092.

Riassetto organizzativo e clinico

«L’unità operativa complessa di cardiologia dell’Asst di Lodi, diretta dal dottor Pietro Mazzarotto, negli ultimi anni è stata al centro di un importante riassetto organizzativo e clinico-assistenziale, che ha portato - fa sapere l’Asst in una nota -all’ampliamento e al miglioramento delle possibilità di cura per i pazienti che si rivolgono alle strutture del nostro territorio. Lo sviluppo dell’Unità, che, con l’entrata in vigore del nuovo Poas (Piano di organizzazione aziendale strategico), ha già portato all’accorpamento delle strutture di Cardiologia ed Emodinamica sotto un’unica Direzione, prosegue lungo tre direttrici fondamentali».

Nuove dotazioni tecnologiche

«Le azioni in campo sono - aggiunge la nota - il ridisegno complessivo dell’offerta di servizi nei vari presidi ospedalieri sulla base delle nuove necessità emerse in questi anni; gli investimenti in dotazioni strumentali e tecnologiche di ultimissima generazione per consentire l’ampliamento qualitativo e quantitativo delle prestazioni erogate; l’attività di individuazione e reclutamento di nuove figure professionali e specialistiche, finalizzata non solo alla compensazione dei pensionamenti o dei diversi percorsi di carriera dei cardiologi operanti nell’Azienda, ma soprattutto al continuo arricchimento delle competenze cui è chiamata una équipe cardiologica che vuole rimanere al passo con l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle migliori pratiche assistenziali».

Un’equipe di 20 persone, 6 specialisti sono in arrivo

«Per quanto riguarda i numeri dell’équipe – sottolinea il dottor Mazzarotto - si tratta di un team molto articolato in termini di competenze specifiche, proprio perché si deve occupare dei bisogni del paziente cardiologico in tutti i suoi possibili profili, che sono vari. A un estremo vi sono le persone in condizioni critiche per eventi acuti (per esempio colpite da infarto), che necessitano di interventi immediati in contesti di alto contenuto tecnologico e organizzativo. All’altro estremo vi sono i pazienti affetti da cardiopatie croniche con elevato impatto epidemiologico e prognostico, che necessitano di una presa in carico il più possibile centralizzata sul domicilio e sulla cooperazione con la medicina del territorio, incentrata sui servizi ambulatoriali specialistici e sulle nuove opportunità offerte dalla telemedicina. Insieme a tutto questo i nostri cardiologi si occupano anche delle molteplici attività di supporto per le altre strutture specialistiche dell’Asst, in particolare medicina, neurologia, oncologia, chirurgie. Questo significa che l’équipe deve essere numericamente consistente e composta da profili superspecialistici molto differenti. Nel complesso, tra cardiologi clinici di vario profilo e cardiologi interventisti, oggi contiamo su un’équipe di 20 persone, con un piano di imminente acquisizione di almeno altre 6 persone che arriveranno presto a sostituire una cessazione programmata di servizio e a incrementare ulteriormente la squadra».

Un approccio moderno

«Nel corso di questi due anni siamo stati in grado di attualizzare e modernizzare la nostra assistenza sia sul versante del paziente acuto che di quello cronico – prosegue Mazzarotto -. Il servizio di emodinamica, per esempio, ha introdotto procedure molto avanzate che non venivano effettuate dall’ospedale Maggiore di Lodi: basti pensare a interventi come la chiusura dell’auricola sinistra e del forame ovale pervio per proteggere pazienti dal rischio di ictus cerebrale, la valvuloplastica nella stenosi aortica non altrimenti trattabile o il supporto di pazienti affetti da gravissima insufficienza cardiaca mediante sistemi di assistenza ventricolare meccanica molto avanzati - una pompa che si affianca e si sostituisce temporaneamente al cuore permettendo di salvare la vita alle persone in condizioni critiche - che, nella nostra regione, sono oggi appannaggio quasi esclusivo delle strutture sanitarie di eccellenza».

Introdotte procedure prima appannaggio dei centri di eccellenza

«Anche in ambito diagnostico abbiamo introdotto nuove procedure come l’ecocardiogramma da sforzo al lettoergometro, considerato di livello superiore rispetto al più diffuso ecocardiogramma con stress farmacologico, e la risonanza magnetica cardiaca di base e da stress, un’indagine cardiologica modernissima e ormai indispensabile in molte situazioni, ma, ancora una volta, attuale appannaggio dei soli centri lombardi di eccellenza».

Il cardiac sonographer

«Per rispondere sempre più efficacemente all’enorme incremento di richiesta di indagini ecocardiografiche abbiamo introdotto e stiamo implementando nella nostra équipe la figura del cardiac sonographer. Il sonographer è un tecnico specializzato, in possesso di uno specifico master di secondo livello, che è in grado di eseguire l’esame ecocardiografico a stretto contatto con il medico, in modo da accelerare e ampliare l’attività diagnostica ecocardiografica. Si tratta di un importante progetto sviluppato dalla drezione delle professioni sanitarie, in stretta collaborazione con la nostra équipe, grazie al quale è stato acquisito un sonographer esperto proveniente dall’ospedale Niguarda e già attivo da un anno, e che prevede il completamento del training per altri tre sonographer interni già titolati dal punto di vista accademico. Progressivamente avremo così a disposizione un totale di 4 sonographer che andranno a incrementare ulteriormente l’attività di produzione e refertazione degli ecocardiogrammi».

Cardiologi nei quattro presidi

«Nei presidi di Sant’Angelo e Casale continuiamo a fornire prevalentemente supporto all’attività ambulatoriale di base e ai reparti di degenza, che in quelle sedi sono principalmente strutture a cosiddetta bassa intensità di cura. Per il presidio ospedaliero di Codogno, invece, è in corso un programma della direzione strategica che ci vede fortemente impegnati, per renderlo in modo sempre più definito quale polo di riferimento per l’attività diagnostica ambulatoriale, per la presa in carico del paziente cronico e per la riabilitazione cardio-respiratoria. Qui l’attività ambulatoriale ha già registrato un incremento significativo e costante delle prestazioni sia per i pazienti esterni che per i pazienti provenienti dai reparti e dal Pronto soccorso».

Codogno, boom di prestazioni

«Se prendiamo in considerazione il periodo gennaio - settembre tali prestazioni sono state 5.720 nel 2020, 7.078 nel 2021 e 9.742 nel 2022 con un incremento del 70 per cento rispetto al 2020 e del 38 per cento rispetto al 2021. Questo incremento è stato reso possibile da un più appropriato impiego dei nostri cardiologi di turno in quella struttura. In questo senso è stata fondamentale la riorganizzazione del servizio di consulenza per i reparti e per il pronto soccorso».

Due cardiologi per l’attività diurna aggiuntiva nella Bassa

«La riorganizzazione ha consentito di garantire la presenza di due cardiologi dedicati alla attività diurna aggiuntiva per garantire le intense attività ambulatoriali e al supporto dell’attività dei reparti (in particolare medicina) del presidio. Questo non significa certo che sia venuta meno l’assistenza al paziente cardiologico acuto che si autopresenta al pronto soccorso di Codogno nelle ore notturne. Quel paziente, oltre all’équipe del pronto soccorso, può contare sulla presenza attiva h 24 del rianimatore e sulla piena assistenza in remoto e in tempo reale del cardiologo di Lodi, connesso con i colleghi di Codogno attraverso sistemi di telemedicina molto avanzati. Ove necessario il paziente viene immediatamente trasferito a Lodi secondo una procedura di trasporto interna rapida, sicura e protetta, che è stata sviluppata proprio per queste evenienze e che prima non esisteva. Al netto di tutto ciò non dobbiamo mai dimenticare che, in caso di sospetto infarto, tutte le società scientifiche e le autorità sanitarie nazionali e internazionali raccomandano di chiamare immediatamente il 118».

Strumentazione e dotazione tecnologica

«Si osserva che la capacità di incrementare le prestazioni diagnostiche ambulatoriali genera un conseguente incremento di necessità di prestazioni terapeutiche cui dobbiamo saper rispondere. In altri termini, non basta diagnosticare la malattia ma occorre curarla. In quanto a dotazioni strumentali e tecnologiche la cardiologia di Lodi è oggi in grado di confrontarsi con centri di alto livello, soprattutto nell’ambito dell’emodinamica. L’acquisizione di strumentazioni di alta tecnologia ha consentito di avviare quella serie di interventi cardiologici importanti e molto innovativi che ho citato e che non venivano erogati nel nostro territorio. È inoltre in fase avanzata di realizzazione un progetto di ristrutturazione delle attività interventistiche cardiologiche e radiologiche, finalizzato alla creazione di un quartiere interventistico multidisciplinare che unisce l’emodinamica, l’elettrofisiologia e la radiologia interventistica in un ambiente comune con apparecchiature totalmente rinnovate, a cominciare da un nuovo angiografo di ultimissima generazione dedicato all’interventistica coronarica e della cardiopatia strutturale che è stato inaugurato nel mese di agosto. Analogamente sono in corso di acquisizione nuovi ecocardiografi di alto livello per i sonographer».

«La popolazione del Lodigiano dovrà essere assistita in strutture esterne alla Asst di Lodi solo nel caso di interventi cardiochirurgici o di interventi su valvole cardiache che richiedono la presenza di cardiochirurgia in loco – sottolinea Il direttore generale della Asst Salvatore Gioia -, ma anche per questi pazienti siamo noi a occuparci di tutto attraverso convenzioni e accordi specifici con due centri di riferimento, Policlinico San Matteo di Pavia e Policlinico San Donato. Il paziente viene da noi preso in carico integralmente nel suo percorso a partire dal ricovero e dagli accertamenti preliminari, per poi proseguire con l’intervento presso il centro esterno e concludere con il rientro presso di noi o presso la riabilitazione di Codogno o con la programmazione dei controlli post-dimissione nei nostri ambulatori dedicati».

Siamo sede di training per gli specializzandi

«Una importante ricaduta di questi processi è una nuova capacità attrattiva nei confronti di professionisti qualificati e una crescente domanda di attività educative – prosegue Gioia - L’équipe si sta progressivamente arricchendo di nuovi medici esperti provenienti da centri molto qualificati. Siamo diventati sede istituzionale di training per specializzandi in Cardiologia e in Medicina di emergenza e urgenza delle Università di Pavia e di Milano e per il tirocinio dei futuri medici di medicina generale. Tutto questo va letto come un investimento vitale dell’Azienda: la capacità di acquisire nuove professionalità per il presente e il contributo alla formazione di quelli che potranno essere i medici della nostra stessa comunità nel prossimo futuro».

I numeri dell’attività parlano da soli

«I numeri – conclude il direttore generale - sono un esempio dell’importante opera di riorganizzazione e razionalizzazione delle dotazioni e delle attività che ci ha permesso, a parità di risorse umane e nel corso di un periodo storico drammatico, di incrementare la qualità e la quantità delle prestazioni in ognuno dei tanti settori di attività dell’unità operativa di cardiologia. Certamente intendiamo proseguire in questa direzione, augurandoci che i nostri sforzi possano migliorare sempre più la capacità di rispondere adeguatamente ai crescenti bisogni assistenziali della nostra cittadinanza».

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