Lodi, così funziona il Grande fratello

Una signora cammina nel sottopasso della stazione, poco dopo ne arriva un’altra. All’interno della centrale operativa della polizia locale, il sindaco Simone Uggetti guarda verso lo schermo e afferma: «Le telecamere in città ci sono e funzionano». I due monitor appesi alla parete mostrano dei rettangoli rimpiccioliti, ciascuno rappresenta un occhio elettronico che “scruta” il capoluogo. «Da tempo si è diffusa la leggenda metropolitana circa l’effettivo utilizzo delle telecamere - polemizza il primo cittadino -, ebbene: sono attive e registrano. E questo è il frutto di un progetto del Comune che è stato valutato come uno dei migliori in Italia. In alcune occasioni questi strumenti hanno aiutato a individuare i responsabili dei reati, come ogni cosa, però, hanno potenzialità e limiti. Se un soggetto non è conosciuto non può essere immediatamente identificato».

La polemica è esplosa in seguito ai furti di biciclette, “in voga” da anni - non solo a Lodi - e ai recenti vandalismi: i muri del capoluogo sono stati imbrattati a ripetizione.

Uggetti precisa che il piano previsto per il capoluogo non è ancora pronto al 100 per cento, «manca ancora un 10 per cento». A spiegare le tappe future ci pensa l’assessore Simone Piacentini: «Avevamo la necessità di rendere le telecamere disponibili a tutte le forze dell’ordine, installando delle antenne su quattro campanili, a San Gualtero, San Bernardo, San Fereolo e Duomo. Abbiamo avuto l’autorizzazione dall’ultima parrocchia e adesso il progetto deve essere valutato dalla soprintendenza. Nel giro di 2-3 settimane effettueremo un sopralluogo. L’ultimo miglio da percorrere è proprio l’installazione delle antenne». Le immagini “rimbalzeranno” così su un circuito che potrà essere visionato in tempo reale dalla questura e dalle altre forze dell’ordine. «Le telecamere - precisano a scanso di equivoci sindaco e assessore - sono tutte installate e funzionanti, resta solo il collegamento finale di alcune di queste, previsto dal progetto».

Dalla stazione alla piazza ai sottopassi, la città del Barbarossa conta 56 postazioni con occhi elettronici. La comandante della polizia locale Elena De Stefani specifica che le immagini devono restare a disposizione per un massimo di 7 giorni, così come previsto dalla legge, «se c’è un’indagine di polizia giudiziaria in coro si estrapolano quelle che servono». E aggiunge: «È un impegno non da poco star dietro alla verifica delle immagini».

Il sindaco conclude infine con una battuta: «Le telecamere servono come supporto all’attività d’indagine, ma questo non è di certo Csi ( telefilm culto con reparti speciali che analizzano la “scena del crimine” , ndr)».

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