Lodi, continua la telenovela del carcere

Il tribunale amministrativo regionale di Milano ha ordinato al ministero della Giustizia di consentire all’ex direttrice della casa circondariale di Lodi Stefania Mussio di «riprendere il predetto servizio nel più breve tempo possibile».

La decisione è stata da poco pubblicata e l’ordine decorre «entro il termine di cinque giorni dalla notificazione, con l’avvertenza che, nella persistenza dell’inerzia si nomina fin d’ora, quale commissario ad acta, il prefetto di Lodi, che provvederà a eseguire l’ordinanza cautelare nei successivi cinque giorni».

L’ordinanza non è ancora un pronunciamento definitivo sulle vicende della direzione del carcere di Lodi, ma segna un ulteriore punto a favore degli avvocati della dottoressa Mussio.

L’ex direttrice, il 30 giugno scorso, si era vista revocare dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria l’incarico di direttore a Lodi, con conseguente distacco a Opera e con un ulteriore decreto che aveva nominato al suo posto, quale reggente a Lodi, Stefania D’Agostino. Mussio aveva impugnato i due decreti innanzi al Tar, che nei mesi scorsi aveva concesso la sospensiva, “congelandone” quindi l’efficacia in attesa di entrare nel merito della loro legittimità: discussione rinviata al prossimo dicembre.

La sospensiva però non era stata sufficiente per consentire a Stefania Mussio di riprendere posto nel suo ufficio. Si era presentata in via Cagnola con un avvocato ma l’accesso le sarebbe stato negato.

Da qui un ulteriore ricorso al Tar, per chiedere l’ottemperanza della decisione del tribunale. Il ministero della Giustizia si è nuovamente opposto, difendendo le decisioni prese e l’operato del personale del carcere, ma in questa fase, oltre a veder respinte le proprie tesi, il Ministero è stato anche condannato a pagare 2mila euro di spese di giudizio.

D’Agostino invece non si è costituita.

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