
Spunta una fila di chiavi “giganti” in centro storico. Sono le nuove rastrelliere per le bici installate dal Comune di Lodi, che aggiungono varietà agli arredi urbani del capoluogo. In città si spazia dai cilindri metallici di via Lodino, dalle colonne in granito di via XX settembre, fino agli onnipresenti panettoni gialli. E adesso sono arrivate le nuove “tagliole”, dove legare la bici con una catena.
L’iniziativa è del Broletto, che ha avviato da alcuni giorni i lavori per la posa dei parcheggi per le due ruote. Il municipio ha acquistato 320 nuovi modelli, prodotti dalla Metalco di Treviso. I posteggi sono spuntati a bordo strada in corso Roma, piazza della Vittoria e arriveranno presto in corso Vittorio. Sono di due tipi: semplici rastrelliere, alte poche centimetri da terra, e la forma di una chiave di materiale metallico che è piantata nel pavimento stradale, a cui avvicinare il proprio veicolo ecologico. Nei prossimi giorni ci saranno anche degli altri modelli di porta biciclette in via Garibaldi, via Cavour, alla stazione ferroviaria e ai Giardini del Passeggio. Un intervento del Comune di Lodi, che aggiunge elementi ad un arredo cittadino già molto eterogeneo, con differenze significative tra una via e l’altra. In particolare ci sono dissuasori di sosta a forma di cilindro, che si notano in via Verdi o in città bassa, per impedire il posteggio selvaggio o sbarrare la strada agli automobilisti. Poi panettoni grigi e gialli, che spuntano in diverse vie, come ad esempio corso Umberto. E sono ampiamente diffuse le colonne in granito. Capitolo a parte, sono inoltre le fioriere e panchine. In questo caso la fantasia è sfrenata. Ad esempio in corso Umberto si distinguono almeno tre stili: le isole ambientali, con seduta in granito e i vasi con le piante, installazioni studiate da un equipe di architetti del Politecnico di Milano; i vasi tondi in resina bianca, accompagnati da originali sedute chiare; infine i più vecchi vasi in bronzo, che continuano a rimanere vicino agli esercizi commerciali. Senza contare, che spesso i negozianti espongono vasi di materiali ancora diversi. «Per riqualificare l’arredo urbano non si può procedere in maniera estemporanea. Così si crea una confusione ottica ed estetica - dice Maria Emilia Maisano Moro, capodelegazione del Fai di Lodi e Melegnano - Bisognerebbe avere un progetto che riguarda sia il centro che la periferia. E ogni intervento deve essere inserito in un contesto ben preciso. Se si decide di usare il cotto, si utilizzi quello, invece se la scelta cade su ghisa e legno, non ci siano deroghe. L’importante è che il risultato sia uniforme, altrimenti si rischia di rendere sciatta e poco omogenea l’immagine della città e questo salta agli occhi. Sia una commissione a decidere». E anche la rappresentante di Touring club e Italia nostra, Germana Perani, ha auspicato interventi più coordinati per vasi e fioriere in centro. «Non ho ancora visto le nuove rastrelliere, ma in generale dico che ci vuole più uniformità per gli arredi del centro storico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA