
Il centro sotto assedio, la periferia pure. È la notte nera delle “spaccate” nel capoluogo, dove tra mercoledì e ieri i ladri si sono scatenati prendendo d’assalto locali e negozi. Il bilancio è durissimo, soprattutto in via Castelfidardo, dove non paghi di aver saccheggiato di ogni bene il ristorante “Due Agnelli” i malviventi hanno provato assaltato anche il vicinissimo “Cafè del Mar”. Ma il risveglio è stato amaro anche a poche decine di metri di distanza, in corso Vittorio Emanuele, dove a pochi giorni di distanza dal furto subito dal negozio di abbigliamento “Invidia” di mira è stata la parrucchiera Paola; ciò al lordo di un altro “colpo grosso”, stavolta a San Fereolo, scandito da una razzia ai videopoker e registratore di cassa per un bottino complessivo stimato oltre ai tremila euro.
Testimoni? Nessuno: i colpi sono stati scoperti solo ieri mattina. Ma se dare un ordine cronologico è difficile, il prezzo più caro pagato ai predoni è sicuramente quello di via Castelfidardo, in particolare al “Due Agnelli”: «Se ne accorta la ragazza del bar, alle 7, quando ha visto la porta in legno del ristorante aperta - racconta Angelo De Bartolomeo, titolare anche del “Cafè del Mar” -. Per entrare l’hanno spaccata, nonostante piegarne il ferro non sia facile. I danni? Li stiamo ancora quantificando, ma direi sui 4-5mila euro: oltre al fondo cassa hanno portato via un IPod, una macchina fotografica, alcune casse di vino e di spumante e altri beni».
A pochi metri di distanza, una “ragnatela” sul vetro della porta è invece il simbolo della spaccata tentata al “Cafè del Mar”; «Hanno tentato, credo attratti dal videopoker, ma non ci sono riusciti - riprende De Bartolomeo, comunque preoccupato per il clima d’insicurezza che aleggia attorno al centro -. Sta diventando un po’ pericoloso. Due settimane fa, entrando da via Rossetti, hanno rubato il motorino di un cameriere, e tempo addietro mi avevano rubato 700 euro dalla cassa. Ormai non hanno più paura di niente».
La stessa inquietudine serpeggia anche in corso Vittorio Emanuele, dove se qualcuno chiede «più sorveglianza» altri ormai guardano bene in faccia i clienti, prima di decidere se farli entrare o meno. Ma di notte non si può, e al mattino spuntano le brutte sorprese. Ad avvertire la parrucchiera Paola, per esempio, «sono stati quelli del bar - racconta -. I ladri mi hanno rotto il vetro sulla parte bassa della porta, da lì sono entrati e usciti. Danni? No: hanno aperto il registratore di cassa, pensando ci fossero un po’ di soldi, ma hanno trovato solo qualche centesimo».
Meglio così. Ma il “tam tam” tra commercianti, salendo di intensità, rivela altri colpi, ben più pesanti, come quello subito pochi giorni fa dal negozio di abbigliamento “Invidia”: «Hanno scassinato la porta portandone via il “blocchetto”, poi hanno preso di tutto: denaro dalla cassa, per circa 300-400 euro, ma soprattutto scarpe, giubbotti, stivali, maglioni e altri capi per un valore di almeno tremila euro. Ora abbiamo messo una chiusura più resistente, speriamo. Ma è pazzesco, da morti di fame: e da quest’estate, qui in corso Vittorio, ci hanno “battuto” un po’ tutti».
E “battuto”, in passato, era stato anche il locale colpito ieri notte in viale Pavia, il bar “Fashion”. Ma se all’epoca, fine aprile 2010, la polizia era riuscita ad acciuffare subito il giovane albanese autore della spaccata, questa volta i ladri sembrano aver agito con la massima destrezza: «Noi l’allarme l’abbiamo, ma abbiamo scoperto come fosse stato “schermato” con alcune etichette - racconta uno dei titolari -. Sono entrati rompendo la finestra del bagno dei disabili: poi hanno preso i soldi del fondo cassa e forzato i due videopoker e quella cambiamonete».
Morale: assieme ai 300 euro circa del registratore di casa, i malviventi si sarebbero impossessati di circa tremila euro di monete dalle tre macchinette. E al “Fashion”, scoperta la razzia di primo mattino, non è rimasto che sostituire i videopoker e cominciare una nuova giornata: amareggiati, si volta pagina.
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