LODI Case di riposo, nessuno è indagato: «Analisi complesse, serve tempo»

Creato un fascicolo per ogni Rsa, la Procura sta valutando caso per caso

La Procura della Repubblica di Lodi sembra seguire una linea di estrema prudenza nel valutare la sussistenza di eventuali fatti di rilievo penale dietro il numero in più casi impressionante di decessi, ma anche di contagiati, nelle case di riposo del Lodigiano e del Sudmilano. «Le responsabilità non sono scontate - si limita ad aggiornare il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro -, l’inchiesta è suddivisa in più fascicoli, uno per ogni casa di riposo di cui ci stiamo occupando, e di fatto le verifiche sono caso per caso». Non ipotesi di colpevolezza “a prescindere”, quindi, ma eventualmente derivanti dai percorsi di cura e di assistenza di ogni singolo ospite, anche se il “faro” che inizialmente aveva portato gli inquirenti lodigiani ad acquisire documentazione e cartelle cliniche in questa piuttosto che nell’altra struttura per anziani erano stati i dati di contagiati e morti per Covid-19 acquisiti dalla Sanità regionale.

A oggi, quindi, la Procura esclude ci sia già stata la notifica di avvisi di garanzia, mentre le ipotesi restano di omicidio colposo e/o epidemia colposa. L’avvio delle indagini anche a Lodi era emerso chiaramente dagli accessi effettuati a metà aprile dai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni, che avevano acquisito anche le cartelle cliniche degli ospiti ammalati ma non deceduti, e i fascicoli d’inchiesta aperti inizialmente erano 5, riguardanti la Rsa Borromea di Mediglia, dove diversi familiari riuniti in Comitati avevano presentato un esposto, la Fondazione Castellini di Melegnano, anche in questo caso per la segnalazione fatta dai parenti di uno o più ospiti, la Rsa Santa Chiara di Lodi, la Fondazione Opere Pie di Codogno e la Rsa di Sant’Angelo Lodigiano. In alcuni casi già prima della pausa lavorativa delle settimane centrali di agosto alcuni parenti degli ospiti sono già stati sentiti dai carabinieri come persone informate dei fatti. Determinanti per la lettura di eventuali responsabilità saranno anche le consulenze mediche che il sostituto procuratore Giulia Aragno, titolare dei fascicoli, ha richiesto per valutare la correttezza delle prassi documentate dalle cartelle cliniche piuttosto che segnalate dai familiari esponenti.

Stando ai dati a metà giugno, alla Cabrini di Sant’Angelo c’erano sono stati 58 ospiti con tampone positivo sul totale di 86, con 37 morti per sospetto Covid e 8 accertati. Alla Santa Teresa di Livraga su 48 ospiti, c’erano stati 34 tamponi positivi e 2 decessi per Covid, uno presunto l’altro accertato. Alla Rsa Valsasino di San Colombano, 63 ospiti, 22 sono risultati con tampone positivo, e 5 sono morti per Covid-19.

Il survey nazionale dell’Istituto superiore di sanità, aggiornato a inizio maggio, ha indicato che in 6 strutture della provincia di Lodi che hanno risposto al questionario, dall’inizio di febbraio c’era stato un 11,3 per cento di decessi con sintomi influenzali tra gli ospiti, di cui l'1,3% con Covid accertato. Il tasso di decessi con sintomi riconducibili, nello stesso periodo, era del 16,5 nel Bergamasco e del 12,2 nel Cremonese.

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