LODI Cancellato spiega le prossime tappe per realizzare il sogno del museo all’ex linificio

L’intervento del consulente della giunta: entro undici mesi l’ente dovrà affidare i lavori pena la perdita del finanziamento del Pnrr

Un’opportunità incredibile, quella di riqualificare un’area di Lodi trasformandola in un polo culturale, con un finanziamento senza pari per la città, ma anche una sfida ricca di insidie, come ha chiarito ieri il sindaco Andrea Furegato, durante la commissione capigruppo convocata per spiegare il piano dell’amministrazione.

«Ci sono i tempi stretti da rispettare per non perdere il finanziamento, c’è la città da coinvolgere in un’ottica di partecipazione, ci sono i costi economici della gestione di uno spazio di queste dimensioni» ha detto il sindaco, ringraziando Andrea Cancellato, consigliere particolare sul capitolo ex Linificio, presidente di Federculture.

I tempi

Cancellato, da ex sindaco (guidò la città negli anni Ottanta) sa bene quali siano i tempi necessari a una pubblica amministrazione per far partire un progetto così importante, ed ha quindi posto l’accento prima di tutto sulla data “tagliola”, il 31 luglio 2023: «Entro quel giorno, l’ente ha l’obbligo di sottoscrivere il contratto di affidamento dei lavori, per non perdere il più grande finanziamento ricevuto dalla città dal dopoguerra». Un finanziamento che rappresenta «un grande risultato di cui prendere atto».

I numeri

La superficie su cui si andrà a lavorare è enorme: si parla di 9.500 metri quadrati, e in particolare di un fronte monumentale di 300 metri di lunghezza, affacciato lungo la ferrovia, vincolato dalla Soprintendenza. Per riuscire nell’impresa, sono stati messi in campo 18 milioni 492mila metri quadrati, cui si aggiungono 2,5 milioni di cofinanziamento per la realizzazione della nuova sede dell’archivio storico. Nell’area, inoltre, si inserisce un altro intervento, la riqualificazione del parcheggio interrato, con altri 1,5 milioni provenienti dalla Regione.

La riflessione

Andrea Cancellato ha sottolineato che: «Un’opera di questa importanza non può essere calata dall’alto, qualunque sia il colore dell’amministrazione, ma deve essere condivisa da città e territorio; e non possiamo pensare che avrà un futuro se puntiamo soltanto sulle risorse economiche, umane e sociali locali. Infine, serve prendersi il giusto tempo per la progettazione».

Le fasi

Secondo Cancellato, bisogna avviare immediatamente le operazioni per stilare un progetto di fattibilità tecnica per la struttura e gli impianti, la “scatola” del nuovo polo. Questo dovrebbe costare circa 13 milioni di euro, iva esclusa, e rappresentare quindi la parte più importante dell’investimento. Il consulente ha aggiunto che «chiederemo, come si sta facendo anche a livello di Anci, un incremento del finanziamento del 20 per cento, per via dei costi delle materie prime».

Dopodiché, l’intenzione è quella di convocare gli “stati generali della cultura”, aperti a tutte le associazioni e le persone interessate, con l’affiancamento di una struttura di ricerca che favorisca una partecipazione efficace: «La prima convocazione sarà a ottobre, e una seconda entro fine anno: per dare le linee guida per la progettazione scientifica e culturale degli spazi».

L’idea è quella di redigere un business plan con una ipotesi di governance e approvare un piano di indirizzo entro primavera, per poi avviare tutte le procedure di gara in tempi utili per non mancare l’obiettivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA