Lodi, una “bomba ecologica” sotto casa

Una discarica abusiva a due passi dalle case, coperta da mezzo metro di terra e con la “forma” di un’innocua collinetta verde. Gli uomini del corpo forestale dello stato ieri mattina hanno cominciato a scavare nel terrapieno che divide le villette a schiera dalla ferrovia in via della Camolina, alle Fanfani, realizzato circa dieci anni fa per proteggere le abitazioni stesse dallo sferragliare dei treni. E dentro hanno trovato di tutto: lastre di amianto, batterie di auto, tubi di gomma e ferro, sacchi di plastica, televisori, pneumatici di auto e molto altro ancora. Rifiuti speciali, in alcuni casi pericolosi, che ora dovranno essere smaltiti.

L’area è stata posta sotto sequestro ed è probabile che la magistratura disponga lo smantellamento dell’intero terrapieno, lungo quasi 300 metri. «Sapevamo di trovare dei rifiuti qui sotto, ma certo non pensavamo in questa quantità» commenta ad alta voce, scuotendo la testa, il comandante provinciale della Forestale, Andrea Fiorini, durante i lavori.

Le ruspe, su disposizione del sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, sono arrivate in via Camolina intorno alle sette, ma solo alle otto hanno cominciato a scavare. La prima buca è stata fatta in fondo alla via, di fronte ad alcuni capannoni industriali, e subito sono venute alla luce le prime “sorprese”. Così si è deciso di proseguire, scavando ogni cinque o sei metri, per un metro e mezzo di profondità, per capire se i rifiuti erano ovunque o solo in un tratto. Ma più si andava avanti e più il quadro del ritrovamento diventava sempre più impressionante. Sul posto erano presenti anche due tecnici dell’Arpa, che dovranno valutare la pericolosità dei rifiuti e il loro impatto sull’ambiente.

Il sospetto è che i rifiuti siano stati seppelliti al momento della costruzione di quella barriera “verde” fra le ville e la linea ferroviaria, quando la zona è stata coperta di terra. Poi è cresciuta l’erba ed è diventata area di verde pubblico, pur essendo di proprietà privata, e più nessuno, per oltre dieci anni, ha pensato di andare lì a fare dei controlli. Fino a ieri, quando la Forestale ha cominciato a scavare.

Secondo alcune indiscrezioni, sembra che le indagini siano partite alcuni giorni fa, quando la Forestale si trovava in alcuni capannoni della zona per dei controlli di routine. È stato lì che qualcuno finalmente ha “parlato”, consigliando agli uomini in divisa di andare a controllare in quel terrapieno se volevano trovare qualcosa di interessante. Così è stato fatto un sopralluogo, poi è stata informata la magistratura e questa ha dato il via libera agli scavi.

Ieri mattina l’area è stata recintata e poco alla volta tutti i rifiuti sono saltati fuori, diversi quintali in tutto, molti di più di quanto ci si poteva immaginare. Nascosti sotto terra c’erano infatti rifiuti edili, tubi, scope, lastre di eternit, bottiglie, sacchi di iuta e di plastica, gomme di automobile, persine un televisore, batterie scariche. Mentre poco distante, nascosta in un groviglio di vegetazione, c’era un’auto abbandonata, scassata e arrugginita.

L’area è di proprietà di una società immobiliare di Lodi, che ora probabilmente dovrà farsi carico dei costi di bonifica e smaltimento dei rifiuti. Ma senz’altro le indagini cercheranno di risalire alla ditta che eseguì quei lavori per individuare i responsabili di questo scempio. Non è escluso che gli scavi vengano estesi anche all’altra “sponda” della linea ferroviaria, in via San Fereolo.

Davide Cagnola

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